Pensioni ultime notizie: quiescenza e pensione a 60, 63 o 64 anni
Pensioni ultime notizie: andare in pensione prima del compimento dei 67 anni si può. Occorre usufruire delle varie forme di pensionamento anticipato in essere, tra l’anticipata tout court, che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) e 1 anno in meno per le donne, Opzione Donna, Ape Social, Quota 41 precoci, senza dimenticare Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi come minimo richiesto), che però scadrà il 31 dicembre 2021. Insomma, il modo per uscire prima dei 67 anni di età c’è. Ma occorre soddisfare alcuni requisiti.
Pensioni ultime notizie: anticipata, Ape Sociale e Opzione Donna
Innanzitutto va detto che se avete meno di 67 anni ma un’età contributiva piuttosto bassa, vi conviene aspettare il raggiungimento del 67° anno di età (e almeno 20 anni di contributi versati), e accedere così di diritto alla pensione di vecchiaia ordinaria.
Il Covid sarà, soprattutto nel 2021, una delle maggiori cause di pensionamento anticipato: immaginiamo molte persone avanti con l’età che hanno perso il lavoro e che hanno remote possibilità di prenderne uno nuovo. A questo punto è necessario soddisfare il requisito anagrafico che richiede 63 anni di età e alcuni requisiti, come ad esempio l’aver smesso di percepire la Naspi da almeno 3 mesi (visto che stiamo parlando di recenti disoccupati) per accedere ad Ape Social. Questa misura, così come Opzione Donna (58 anni di età, 59 per le autonome, e 35 anni di contributi almeno), sarà rinnovata anche per il prossimo anno.
Pensione anticipata precoci e Quota 100
Chi ha effettuato lavori gravosi, invece, potrà aspettare 41 anni di contributi versati (e non 42 anni e 10 mesi come nell’anticipata ordinaria, se uomini) per andare in pensione tramite l’anticipata precoci. Infine, c’è Quota 100, che scade il 31 dicembre 2021. Per ottenerla sarà necessario aver maturato 38 anni di contributi e 62 anni di età. Per il 2021 ci si attende un aumento delle domande, in controtendenza rispetto a quest’anno, per evitare nuove forme di pensionamento anticipato che potrebbero decorrere dal 1° gennaio 2022, ma più penalizzanti sotto l’aspetto economico.
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