Decreto Ristori Ter: zone rosse, imprese e novità. Ecco i punti chiave
E’ notizia recente il varo del decreto Ristori bis, ed ecco in vigore – dal 24 novembre – il nuovo decreto Ristori ter, che cerca di aiutare ulteriormente interi settori economici, sprofondati in una crisi senza precedenti, a causa prima della pandemia e poi delle restrizioni e dei divieti predisposti dal Governo per frenare i contagi e tutelare al meglio il diritto alla salute. Il decreto Ristori ter prevede somme consistenti stanziando quasi 2 miliardi di euro. Ed è notizia di oggi l’approvazione della Camera dello scostamento di bilancio pari a circa 8 miliardi di euro, che servirà al successivo Ristori quater. Cerchiamo qui di seguito di fare il punto della situazione attuale e di capire quali sono i punti-chiave del decreto Ristori ter.
Il decreto Ristori ter – qui il testo – è seguìto ai precedenti decreti dello stesso tipo, per allargare le misure di sostegno economico anche a quelle regioni italiane nel frattempo diventate zone rosse o arancioni, ovvero aree con forti limitazioni, se non veri e propri divieti di apertura dell’attività commerciali, dei bar o dei ristoranti.
Vediamo a questo punto, in una sintetica rassegna, quali sono gli aspetti salienti di questo nuovo provvedimento di sostegno all’intera economia italiana, ovvero il decreto Ristori ter:
- creazione di un fondo ad hoc pari a 400 milioni di euro per l’anno in corso, per supportare economicamente – entro il primo dicembre – i Comuni italiani al fine di introdurre nuovi buoni spesa comunali, vale a dire delle misure di sostegno verso i meno abbienti che servano ad ottenere beni di prima necessità come il cibo e le bevande; l’aiuto economico, previsto nel decreto Ristori ter, sarà variabile da un minimo ad un massimo e dipenderà dal tipo e dai componenti del nucleo familiare;
- 100 milioni di euro destinati alla spesa per medicinali per pazienti affetti da coronavirus e a rafforzare dunque il fondo per le emergenze nazionali. Si tratta di una misura di sostegno nel decreto Ristori ter, applicata senza distinzione di regione, su tutto il territorio nazionale;
- rifinanziamento del fondo per gli aiuti previsto dal precedente decreto Ristori bis: infatti, è stato deciso un aumento pari a 1.4 miliardi di euro per il 2020 e 220,1 milioni di euro per l’anno prossimo. Tramite detto fondo del decreto Ristori ter saranno versati risorse economiche per:
- la sospensione del versamento dell’IVA, della ritenuta alla fonte, delle addizionali regionali e comunali e dei contributi Inps, che infatti avevano scadenza in data 16 novembre 2020;
- il bonus affitto;
- la prevista eliminazione della seconda rata IMU;
- la proroga del secondo acconto, rivolta a coloro che applicano gli ISA, vale a dire gli indici sintetici di affidabilità fiscale mirati a incentivare l’emersione spontanea delle basi imponibili e a spingere dunque all’assolvimento degli obblighi nei confronti del Fisco;
- i contributi a fondo perduto. Tra i soggetti che possono chiedere gli aiuti sono inseriti ora – con il decreto Ristori ter – anche coloro che vendono calzature ed accessori, se in zona rossa. Il codice Ateco di riferimento è il 47.72.10. Dette attività dovrebbero incassare indennizzi pari al 200%;
- i bonus baby sitter e il congedo straordinario a favore dei genitori, nelle circostanze dello stop dell’insegnamento nelle scuole secondarie di primo grado.
Concludendo questa sintetica rassegna dei punti chiave del decreto Ristori ter, non possiamo non ricordare che è imminente il varo del Ristori quater. In quest’ultimo provvedimento dovrebbe essere sancita ufficialmente la proroga delle scadenze fiscali di fine anno per complessivi 4,8 miliardi di euro. Il varo di questo decreto deve però essere obbligatoriamente preceduto dal voto favorevole di Camera e Senato, in merito allo scostamento di bilancio da 8 miliardi.