Cos’è l’affidamento super esclusivo: come funziona e quando scatta
L’affidamento non è un tema nuovo su queste pagine: ne abbiamo parlato, ad esempio, con riferimento ad una ipotesi diffusa , ovvero l’affidamento esclusivo. Qui di seguito vogliamo invece occuparci di una ulteriore ipotesi, nient’affatto residuale, giacchè in fase di rottura del legame matrimoniale, l’interesse del figlio o dei figli va sempre considerato primario e prevalente sull’interesse particolare dei coniugi. Stiamo parlando del cd. affidamento super esclusivo o affido esclusivo rafforzato: vediamo allora che cos’è di preciso e come funziona in concreto.
Affidamento super esclusivo: il contesto di riferimento
Talvolta può emergere, in modo piuttosto evidente, la totale incapacità del genitore a far fronte al suo ruolo, ovvero possono evidenziarsi tratti del carattere incompatibili con l’accudimento e l’educazione dei figli, anche e soprattutto a seguito di una separazione. Infatti, non di rado c’è chi manifesta comportamenti violenti o una psiche turbata, tanto da condurre al panico l’altro genitore, timoroso che anche qualche ora insieme alla prole, possa essere fonte di pericolo per quest’ultima.
Ebbene, in situazioni come queste, la legge prevede un efficace istituto – l’affidamento super esclusivo – che rileva appunto laddove sia oggettivamente accertato, da parte del magistrato competente, che un genitore non sia compatibile con il ruolo di genitore, ovvero inidoneo per carattere, indole e/o motivi di condotta (pensiamo ad esempio a chi fa uso solitamente di sostanze stupefacenti o è alcolista con comportamenti violenti).
In queste circostanze, le norme consentono al giudice di prendere gli opportuni provvedimenti, nella salvaguardia dell’interesse primario e prevalente del minore o dei minori. Ecco dunque che si può parlare di affidamento super esclusivo, ovvero un particolare tipo di affidamento per il quale il genitore ritenuto inidoneo sarà totalmente escluso da ogni aspetto della gestione, educazione e cura dei propri figli.
In verità, però, l’ipotesi base è e resta quella dell’affidamento condiviso, nel pieno rispetto del principio di bigenitorialità. Infatti, il magistrato con provvedimento di solito stabilisce l’affidamento condiviso del figlio, con collocamento prevalente nell’abitazione della madre. Ovvero, i figli vivranno a casa della madre, ma potranno vedere il padre nei giorni e negli orari stabiliti nel provvedimento giudiziario di separazione. Come anche la prassi giurisprudenziale ci insegna – la regola generale è dunque quella dell’affido condiviso ad ambo i genitori, a protezione del citato principio di bigenitorialità: la prole ha infatti diritto a mantenere nel tempo – per un sereno ed equilibrato sviluppo psico-fisico – un rapporto duraturo e stabile con entrambi i genitori. In ipotesi di affido condiviso, dunque, le scelte più significative relative alla vita del figlio (scuola, sport, hobby ecc.) potranno essere prese di comune accordo dai genitori.
In buona sostanza, se non emergono elementi che facciano ritenere un genitore inadatto al suo ruolo, anche in caso di separazione o divorzio, gli ex coniugi avranno diritto di essere presenti nella vita dei figli, per educarli, istruirli e passare del tempo con loro. E ciò si verificherà indipendentemente da chi sia il genitore affidatario, ovvero colui che vivrà nello stesso tetto con il figlio o i figli.
Affido esclusivo e super esclusivo: la priorità della tutela della prole
In caso di affidamento condiviso, abbiamo appena visto che la gestione dei figli avverrà in modo sostanzialmente paritario e con il benestare del giudice. I problemi invece sorgeranno laddove, come anticipato, emerga che un genitore non ha i requisiti anche solo per condividere del tempo con la prole. Ebbene, in casi come questi ha senso parlare di affido esclusivo e affidamento super esclusivo.
Affidamento esclusivo
Non sono rari i casi in cui il giudice in un primo tempo stabilisce l’affidamento condiviso del figlio e, in un secondo tempo, emerge che il genitore, che con il figlio passa del tempo nel weekend o qualche giorno alla settimana, in verità si disinteressa totalmente, ad es. lasciando il figlio da solo a casa per uscire oppure compiendo azioni non compatibili con il suo ruolo (insulti, parolacce, minacce se non veri e propri maltrattamenti). Ebbene, in casi come questi il genitore già affidatario potrà chiedere ed ottenere dal magistrato competente il cosiddetto affidamento esclusivo, da con confondere con l’affidamento super esclusivo.
In concreto, detto affidamento esclusivo sarà stabilito nel rispetto del prevalente interesse del figlio o dei figli, spettando così al genitore affidatario avere peso preponderante tutte le principali decisioni per il figlio, come anche assumersi la responsabilità genitoriale in modo pressocché pieno.
L’affidamento esclusivo differisce dall’affidamento super esclusivo poichè in linea di massima, il genitore non affidatario perchè inidoneo conserverà comunque un margine, pur ristretto, di partecipazione alle decisioni per la prole. Altresì, sarà ammesso – ma nei rigidi limiti individuati con provvedimento ad hoc del giudice – visitare il figlio o figli, come anche supervisionare la loro educazione e il loro sviluppo psico-fisico.
Ma esiste anche la possibilità che l’affidamento esclusivo sia frutto di un libero accordo dei genitori che si separano o divorziano: in ogni caso, l’ultima parola spetterà al magistrato.
Affidamento super esclusivo
A questo punto, dopo aver visto sinteticamente le ipotesi più comuni di affidamento – che mirano a garantire il principio di bigenitorialità – possiamo occuparci dell’affidamento super esclusivo. Quest’ultimo è una variante più forte dell’affido esclusivo, giacchè se in quest’ultimo un margine di partecipazione all’altro genitore è comunque garantito (ad es. diritto di visita), nell’affidamento super esclusivo detto margine non sussiste.
In caso di affidamento super esclusivo, ogni diritto all’altro genitore, ritenuto inadeguato, viene negato e dunque ogni questione, aspetto e situazione concreta riconducibile alla prole, verranno sottratti a quest’ultimo, per essere affidati alla totale gestione dell’altro genitore.
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Pensiamo ai casi di genitori che abbiano molti precedenti penali, oppure a chi mostra totale disinteresse se non vero e proprio disprezzo, non versando l’assegno di mantenimento all’ex coniuge e ai figli: in queste circostanze, sulla base di adeguate e oggettive prove, sarà possibile ottenere un provvedimento del giudice, che stabilisce l’affidamento super esclusivo.
Concludendo, appare chiaro che la legge, in materia di separazione e divorzio, anzitutto dispone regole che debbono tutelare in via primaria l’interesse della prole, essendo sempre e comunque secondarie le aspirazioni, i desideri e le volontà dei genitori. E’ allora intuibile la rilevanza delle valutazioni del giudice, che ha un vero e proprio ruolo chiave nell’assicurare il benessere dei figli di genitori separati o divorziati.
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