Pensioni ultime notizie: Riforma Fornero, scontro Crimi-Renzi

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Pensioni ultime notizie: Riforma Fornero, scontro Crimi-Renzi

Pensioni ultime notizie: in un dibattito televisivo ricco di personalità politiche collegate da casa andato in onda su SkyTg24, per la trasmissione Live In Courmayer, c’è stato un confronto dialettico tra Vito Crimi (M5S) e Matteo Renzi (Italia Viva), a proposito del Mes, tema di strettissima attualità nonché bilancia di diverse discussioni in seno al governo, e della Legge Fornero. Ecco cosa si sono detti i due leader politici.

Pensioni ultime notizie: legge Fornero e Mes, le parole di Crimi

“Le condizionalità che ha il Mes possono portare domani ad avere degli obblighi di riforme strutturali imposte dall’esterno al nostro Paese”, le parole di Crimi. Il quale ha puntualizzato che il Meccanismo europeo di stabilità porterebbe dei risparmi di circa 300 milioni di euro, i quali però ci costerebbero proprio per quelle condizionalità, in tema di impegni e costi supplementari per il Paese. Come avvenuto in passato, ricorda Crimi, citando proprio la Legge Fornero. “Non abbiamo alcuna intenzione di ipotecare il futuro per quei trecento milioni”, la chiosa del leader del Movimento 5 Stelle.  

La replica di Renzi

Perplesso il leader di Italia Viva e collega di governo di Vito Crimi, Matteo Renzi, il quale ha ribattuto: “È specificato che non ci sono condizionalità. E la Legge Fornero non c’entra niente. La frase sulle condizionalità è falsa e questa cosa della Fornero non sta né in cielo né in terra”.

Il legame tra Mes e riforma delle pensioni

Ma c’è davvero un legame tra Mes e pensioni? Spesso le opposizioni portano avanti il discorso della Grecia, come esempio fallimentare e motivo di legittimo timore nei confronti del Mes. Sulla questione è intervenuto anche Domenico Cacopardo, con un articolo su Italia Oggi, nel quale si ribadisce che il ricorso della Grecia al Fondo salva-Stati non ha portato automaticamente a tagli alla sanità e alle pensioni. “La Grecia s’era drammaticamente impoverita per il susseguirsi di governi bancarottieri o quasi, capaci peraltro di truccare i numeri che affluivano agli enti statistici comunitari”. In ogni caso, dopo un paio d’anni di sacrifici, anche drammatici, “quel Paese è tornato in bonis”.

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