Terza ondata coronavirus: effetti e cosa si rischia, le possibilità
Terza ondata coronavirus: effetti e cosa si rischia, le possibilità
La terza ondata di coronavirus arriverà anche nel nostro Paese? Probabilmente sì, gli analisti lo danno quasi certo. E da alcune parti si leggono anche notizie poco rassicuranti: il rischio più temibile è la sovrapposizione con l’influenza stagionale, che già ogni anno carica gli ospedali di pazienti e che quest’anno potrebbe per forza di cose sovraccaricare le strutture ulteriormente, considerando che il nuovo picco della terza ondata è dato coincidente con quello dell’influenza stagionale.
Terza ondata coronavirus: l’allarme della Fondazione Gimbe
A lanciare l’allarme, tra gli altri, è il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. A La Stampa ha affermato che ci troviamo nella parte più buia del tunnel, ma che comunque, finché non sarà trovato un vaccino che possa debellare in via definitiva il virus, non potremo essere tranquilli. Ma quando dovrebbe iniziare la seconda ondata? Le previsioni indicano il prossimo gennaio come data quasi certa, dopo le festività natalizie, e forse proprio per effetto di queste ultime. Lo stesso momento di coincidenza con il picco dell’influenza stagionale, con conseguenze gravi sul sovraccarico ospedaliero. “C’è il rischio di una strage”, ha affermato Cartabellotta. Soprattutto perché il calo dei contagi della seconda ondata non è così lento come si poteva prevedere.
La speranza è che con la terza ondata i decessi siano di meno, seguendo un trend discendente che, nel confronto tra prima e seconda ondata, racconta una differenza di quasi 13 mila decessi, nonostante la seconda ondata non sia ancora terminata. C’è poi da considerare un potenziamento delle strutture sanitarie, ma al contempo le solite criticità, in particolar modo pensando alle fragilità del Meridione. Per Cartabellotta gli italiani hanno “una grande aspettativa di vita, ma invecchiamo male, con molte patologie” e questo spiegherebbe l’elevato numero di decessi nel nostro Paese.
Preoccupazione anche dal Cts
Preoccupazione anche dal Comitato tecnico scientifico: il coordinatore Agostino Miozzo, infatti, ha recentemente dichiarato che “ci apprestiamo a entrare in una fase in cui avremo il raddoppio della criticità”, perché nei Pronto Soccorso “arriveranno coloro che avranno l’influenza stagionale”.
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