La donazione indiretta è tassabile: in che percentuale?
Ci siamo già soffermati diverse volte sull’istituto del diritto civile che prende il nome di donazione, stante la sua larga applicazione pratica nei rapporti tra privati. Qui di seguito, sulla scorta di una recente sentenza della Cassazione, vogliamo chiarire come funziona la tassazione della donazione indiretta, ovvero quale percentuale di imposta di donazione si applica, ad esempio, ai casi in cui sia in gioco un bonifico eseguito da un coniuge in favore dell’altro. Facciamo chiarezza.
Una recente ordinanza della Suprema Corte, ovvero la n. 27665 del 2020 stabilisce che il bonifico compiuto da un marito in favore della moglie, o viceversa, costituisce sempre una donazione indiretta, se produce l’aumento del patrimonio del ricevente e l’impoverimento di quello del donante. Essendo in gioco un atto di liberalità indiretta, scatta l’imposta sulle donazioni con aliquota dell’8% su tale importo, ovvero sulla parte eccedente la franchigia di 1 milione di euro.
La decisione della Corte prende le mosse dall’attività svolta dall’Agenzia delle Entrate nell’ambito di un controllo sui redditi dichiarati, a seguito della quale ha domandato chiarimenti a una contribuente in rapporto ad alcune anomalie inerenti i periodi di imposta tra il 2009 e il 2013. Il fisco in particolare contesta alla contribuente la mancata registrazione della liberalità indiretta di ben 12.000.000 di euro ottenuta dal marito, optando così per far valere l’imposta sulle donazioni indirette, attraverso l’applicazione della percentuale dell’8%, oltre agli interessi sull’importo citato.
La coppia sposata in primo grado si oppone alla richiesta di pagamento dell’imposta di donazione, da parte dell’Agenzia, e ottiene un provvedimento favorevole. In secondo grado presso la Commissione Tributaria Regionale, quest’ultima ritiene invece acclarata la liberalità indiretta del marito in favore della moglie, in considerazione dell’assenza di una controprestazione da parte della moglie stessa, in favore del coniuge, e ritiene dunque l’accredito sul conto corrente come il presupposto utile a far scattare l’imposta sulle donazioni (indirette).
La Corte di Cassazione analizza di seguito il ricorso presentato dai coniugi contro la decisione della CTR, ma lo rigetta perchè ritenuto infondato. Infatti per questo giudice:
- il trasferimento di ben 12.000.000 di euro dal conto del marito a quello della moglie, comporta impoverimento da un lato e arricchimento dall’altro, e pertanto si tratta di una donazione indiretta tassabile;ù
- ha accertato che la moglie, anche se per un breve lasso di tempo, “ha acquistato la piena disponibilità giuridica della “provvvista”, ancorché da gestire per finalità particolari e per soddisfare le esigenze del fiduciante, nè gli eventuali patti fiduciari tra i coniugi escludono la effettività del trasferimento di ricchezza, rendendolo per questo non tassabile (ci si riferisce alla sentenza della Cassazione n. 6549 del 2020, avente ad oggetto la forma che deve rivestire il patto fiduciario).
E ancora sul piano dello spostamento di ricchezze con donazione indiretta tramite bonifico, viene ricordato che il trasferimento di denaro “è certamente rilevante fiscalmente anche nell’ambito della “nuova” imposta di donazione, in quanto esso rientra nell’ampia nozione di “trasferimenti gratuiti” che il legislatore del 2006 ha utilizzato (…) per individuare il presupposto impositivo del tributo“.
Concludendo, è ben chiaro che una donazione indiretta con bonifico deve essere assoggettata alla regole sull’imposta di donazione all’8%: nascondere detto trasferimento al Fisco, pertanto, è contrario alla legge.
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