La polizia in Italia e il suo ruolo: ecco cosa non può fare
La polizia in Italia e il suo ruolo: ecco cosa non può fare
La polizia rappresenta quell’autorità che si occupa di garantire la sicurezza pubblica e della vigilanza circa il mantenimento dell’ordine pubblico. Essa ha anche la mansione di prevenire i crimini compiendo una funzione di pattugliamento sulle strade delle varie località italiane, con anche la possibilità di effettuare controlli sugli automobilisti. Ma non solo: compito della polizia è anche quello di mantenere l’ordine durante lo svolgimento di manifestazioni di vario genere (ad es. musicali, sportive ecc.). Qui di seguito però vogliamo, in particolare, soffermarci su quelle attività che la legge vigente non gli consente di fare, ovvero su quelli che sono i limiti ai poteri delle forze dell’ordine: quali sono? Scopriamolo.
La polizia può pedinare i cittadini?
La legge consente alla polizia di compiere pedinamenti, in aree pubbliche, e sempre che ciò non metta a rischio la libertà o la privacy dei cittadini pedinati, fino a ricorrere gli estremi del reato di stalking o molestie. In buona sostanza, la polizia non può osservare ciò che accade in un’abitazione privata o entrare deliberatamente in casa senza autorizzazione giudiziaria.
La polizia, inoltre, può fermare i cittadini che circolano per strada, senza alcun apparente motivo. Infatti, nello svolgimento dei propri compiti di prevenzione degli illeciti, dette forze dell’ordine possono certamente fermare e identificare le persone senza dover dare particolari spiegazioni.
Fondamentalmente, il controllo è rappresentato dal rilascio delle proprie generalità (nome, cognome, residenza ecc.), dopo di che il cittadino fermato potrà riprendere a circolare. Attenzione però: la polizia non può fermare le persone per poi accompagnarle in questura per altri accertamenti, a meno che non vi siano concreti sospetti di illecito. La libertà personale potrà essere altresì valicata, portando la persona in questura per controlli, se quest’ultima non collabora e non dà le sue generalità.
La polizia può obbligare ad esibire i documenti?
Facciamo chiarezza: la polizia può certamente fermare un cittadino per domandare le sue generalità, ma in linea generale non può chiedere i documenti, vale a dire la carta d’identità per esempio. Attenzione perchè ci sono delle eccezioni:
- quando l’obbligo di avere con sé i documenti e di mostrarli su richiesta della polizia sia stato oggetto di specifico ordine destinato a soggetti con precedenti o ritenuti socialmente pericolosi;
- in caso si sia alla guida di un mezzo a motore, il Codice della Strada obbliga l’automobilista a mostrare patente, carta di circolazione e certificato dell’assicurazione.
Per legge, nell’ipotesi in cui la polizia fermi qualcuno per strada, quest’ultimo è tenuto soltanto a rendersi identificabile, fornendo cioè le proprie generalità: a ogni altra domanda ci si può rifiutare di rispondere.
La perquisizione è libera o vincolata?
La polizia non ha un generico diritto di perquisire, ma può farlo soltanto se precedentemente autorizzata dal magistrato oppure nei casi in cui vi sia fondato sospetto che il perquisito abbia compiuto alcuni particolari reati o abbia delle armi con sè. In altre parole, soltanto nei casi di urgenza, è possibile procedere subito con la perquisizione, senza attendere il decreto del giudice. In ogni caso, però, la perquisizione personale andrà svolta rispettando la dignità della persona.
Dette forze dell’ordine non potranno però controllare il cellulare, sempre che questo non sia sequestrato perché rappresenta il corpo del reato o cosa pertinente al reato. Il sequestro è dunque fondamentale per poter accedere al contenuto dello smartphone.
Le forze dell’ordine possono entrare in un’abitazione privata?
La polizia non può entrare ed effettuare controlli in casa d’altri, se non è in possesso di un decreto motivato del giudice che autorizza la perquisizione oppure di un’ordinanza che autorizza l’esecuzione di una misura cautelare come ad es. gli arresti domiciliari, nei confronti di chi è all’interno dell’abitazione. Pertanto, se la polizia si presenta alla porta di casa, il privato cittadino non è tenuto a farla entrare, a meno che non sia esibito il provvedimento del magistrato. Non tutta la polizia può effettuare perquisizioni, ma soltanto gli ufficiali di polizia giudiziaria: un semplice agente non può farle.
Tuttavia, esistono particolari ipotesi nelle quali è ammesso che la polizia entri in casa senza l’autorizzazione del magistrato: ci riferiamo alle perquisizioni d’urgenza, che ricorrono laddove si abbia il fondato sospetto che, in un certo luogo privato, si stia compiendo un reato, ad esempio collegato all’uso di armi, agli esplosivi, allo spaccio di droga o a delitti di ambito terroristico.
Richiesta di informazioni e intercettazioni
La polizia è autorizzata a domandare informazioni su una certa persona, rivolgendosi ai vicini di casa, al datore di lavoro o ad un conoscente. La richiesta informazioni può riguardare orari, abitudini e vari altri elementi utili a saperne di più sulla vita privata di qualcuno.
Tuttavia, non sarà possibile ottenere informazioni circa i dati sensibili (come quelle sull’orientamento sessuale o sulle condizioni di salute) o altre informazioni riservate e note soltanto a specifici soggetti qualificati (come il proprio medico), se non sussiste una formale indagine in corso. In buona sostanza, la polizia potrà consultare i dati personali di qualcuno se questi è iscritto nel registro degli indagati e se detti informazioni sono vitali per continuare le indagini.
Per quanto riguarda le conversazioni con altre persone, le telefonate e le chat, la polizia non ha un generico diritto di intercettazione: infatti, soltanto se sono sussistenti indagini e se il giudice ha emesso un provvedimento di autorizzazione, è possibile intercettare qualcuno.
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E’ possibile arrestare chi assume droga?
Di per sè, l’assunzione di droga non rappresenta un reato, pertanto se la polizia nota qualcuno che si droga, non potrà arrestarlo e non potrà contestare alcun illecito penale. Piuttosto, potrà sequestrare la droga e redigere un verbale che servirà ad applicare la sanzione amministrativa per uso personale di droga, da un minimo di un mese a un massimo di un anno: si tratta della sospensione della patente di guida, della licenza del porto d’armi o del passaporto.
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