Variante inglese coronavirus: colpisce di più i bambini? Cosa si sa
La variante inglese del nuovo coronavirus si sta diffondendo molto rapidamente perché colpisce in particolare i più piccoli? Cosa si sa
Variante inglese coronavirus: colpisce di più i bambini? Cosa si sa
Variante inglese coronavirus: sta facendo molto discutere l’affermazione dell’infettivologo Roberto Cauda del Gemelli di Roma, sulla base di quanto riferito ultimamente dagli studiosi inglesi. Secondo l’esperto la cosiddetta variante inglese del nuovo coronavirus si sta diffondendo molto rapidamente perché colpisce in particolare i più piccoli.
Variante inglese coronavirus: colpisce in particolare i bambini?
“Si tratta di un’ipotesi molto concreta che spiegherebbe perché la nuova variante inglese di Sars Cov 2 si sta diffondendo tanto rapidamente”: ad affermarlo l’infettivologo Roberto Cauda in una recente intervista rilasciata al Messaggero. In pratica, la mutazione contagerebbe in maniera particolare i più piccoli, in tal modo alimenterebbe la diffusione del nuovo coronavirus tra i più grandi dato che “con i minori difficilmente si prendono misure di distanziamento e protezione”. D’altra parte, è bene sottolineare che non c’è da dare nessun allarme rispetto agli effetti del Covid sui più piccoli spiega sempre l’infettivologo Cauda, infatti, “resta confermato che gli effetti sui bambini, dal punto di vista della malattia, sono per fortuna poco significativi”.
Bisogna approfondire gli studi in merito
L’ipotesi che la variante inglese del nuovo coronavirus colpisca particolarmente i più piccoli è allo studio degli esperti britannici. Sotto la lente di ingrandimento degli studiosi di Oltremanica il fatto che moltissimi tra i nuovi contagiati dalla mutazione siano, appunto, under 15: intorno al 65% dei casi registrati nell’epicentro, per così dire, della mutazione, cioè Londra e in generale il Sud-Est del Regno Unito. Detto ciò, non è stata ancora avanzata una spiegazione “ufficiale” rispetto a perché ciò accadrebbe: i ceppi di Sars Cov 2 “tradizionali” hanno avuto difficoltà ad “attaccare” i bambini più piccoli perché, soprattutto, quelli sotto i 10 anni, hanno un’espressione genica molto bassa dell’enzima di conversione dell’angiotesina (ACE), in pratica, la proteina che costituisce un recettore fondamentale per il virus.
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