Nelle librerie italiane si è affacciata una novità piuttosto inconsueta di questi tempi: una rivista di cultura ed analisi politica. Questa nuova impresa editoriale si chiama La Fionda, pubblicata dalla casa editrice romana Rogas. La fionda di Davide contro Golia. Ma anche la fionda di Gian Burrasca, leggiamo sul loro sito. La prospettiva è alternativa al pensiero dominante e al contempo seria, con interventi di docenti universitari e studiosi. Insomma: non cede a paranoie, dietrologie o tanti facili “complottismi” che invece fanno presa tra gli sfiduciati verso il sistema politico.
Lettura autorevole ma critica
Il primo numero de La Fionda, uscito a fine dicembre 2020, si intitola “Nulla sarà più come prima? Scenari della post-emergenza: Italia, Europa, Mondo”. La versione cartacea «avrà una cadenza semestrale – ci spiega il caporedattore Giulio di Donato – perché crediamo che siano le tempistiche giuste per fare presa sull’attualità senza però avere la pressione di stare dietro agli eventi della giornata». Per queste cose La Fionda ha dallo scorso marzo una versione online, con articoli sui più disparati temi, comprese recensioni di libri e film di fantascienza: «Abbiamo iniziato a marzo e siamo a 150 autori e 380 articoli». Invece il cartaceo (presto anche in ebook) mantiene lo sguardo sulla politica attuale, con un approccio critico delle narrazioni prevalenti, ma grazie al profilo degli autori, quasi tutti studiosi accademici di livello, crea un ponte verso la ricerca. «Non vogliamo essere una rivista accademica – continua Di Donato – ma una rivista che di quel sapere si vuole servire per renderlo accessibile a tutti, ed usarlo per analizzare il presente in maniera critica».
Nel comitato scientifico politologi, sociologi, economisti
Dando uno sguardo ai nomi che la animano, in effetti, troviamo prevalentemente professori che si sono caratterizzati per una forte presenza nel dibattitto pubblico: dal direttore editoriale Geminello Preterossi, ordinario di Filosofia del diritto dell’Università di Salerno, al direttore responsabile Alessandro Somma, ordinario di Diritto comparato all’Università La Sapienza di Roma, noto anche per i suoi testi sull’Unione Europea. Anche il comitato scientifico è composto da volti noti. L’appassionato di politica nota subito Carlo Galli e Alfredo D’Attorre, docenti universitari di filosofia e già deputati per Articolo 1 – MDP, sino alla politologa belga Chantal Mouffe e al sociologo Wolfgang Streek, direttore emerito del Max Planck Institute, passando per Pier Paolo Portinaro, Antonella Stirati, Massimo D’Antoni e Vladimiro Giacché, solo per citarne alcuni.
La Fionda: primo numero sugli scenari geopolitici della pandemia
Il primo numero de La Fionda è diviso in diverse sezioni che affrontano specifici aspetti dei possibili scenari della fase che si sta aprendo con la pandemia da Covid-19 e la crisi economica conseguente. Il numero viene aperto da un dibattito fra Preterossi e Galli sulla politica italiana e internazionale nella pandemia. Alessandra Pioggia invece si occupa della questione sanitaria, Pino Arlacchi, del tema geopolitico dei rapporti fra Cina e Usa, mentre Damiano Palano, Laura Pennacchi, Paolo Desogus e Pierluigi Fagan degli scenari politici che si stanno aprendo. Due ampie sezioni – una dedicata all’Europa e una alle trasformazioni nell’economia – ospitano rispettivamente articoli di Alessandro Somma, Alessandro Mangia, Gaetano Azzariti, Mimmo Porcaro, Umberto Vincenti e Alberto Bradanini, Monica Di Sisto, Alessandro Bonetti, Andrea Muratore e Vladimiro Giacché. Infine ci sono due sezioni speciali: la prima dedicata a rassegne sulle novità editoriali, con un articolo di Valeria Finocchiaro e Alessandro Volpi sulla filosofia di fronte al Covid-19 e uno di Federico Lauri e Sirio Zolea sulla Cina; la seconda con la traduzione di interventi di importanti autori stranieri: Wolfgang Streeck, il politologo Richard Bellamy e Álvaro García Linera, già vicepresidente della Bolivia.
Un numero ricchissimo, appetibile a molti palati, per una rivista che si pone un compito decisamente ambizioso, come ci confessa in chiusura Di Donato: «Vogliamo portare una visione alternativa e al contempo autorevole che possa guidare la la nostra società verso una transizione di paradigma che riguardi tutti gli aspetti: vogliamo contribuire a distruggere la “gabbia d’acciaio” del neoliberismo».
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