Prezzi bassi, visto elettronico, sicurezza, così il turismo in Vietnam è decollato
Il mondo è costretto da quasi un anno a rimanere a casa o a muoversi in modo molto limitato causa della pandemia di Covid 19, ma è proprio questa forzata immobilità che fa prevedere che quando l’emergenza sarà finita e le frontiere saranno riaperte la voglia di muoversi e riprendere a viaggiare sarà ancora più forte di prima.
La pandemia è arrivata in un momento in cui il turismo internazionale viveva un boom senza precedenti. I viaggi in breve tempo hanno sostituito altri consumi non esperienziali (auto, vestiti, ecc) nelle preferenze di italiani e occidentali in generale. Tutto fa presagire che i consumatori non abbiano cambiato idea e la rinnovata libertà lo mostrerà.
Le conseguenze economiche della pandemia da un lato hanno però colpito quasi tutti, anche il ceto medio-alto, dall’altro hanno incrementato i depositi di molti, che tuttavia vivono comunque un senso di incertezza. Questo favorirà ancora di più spese non impegnative, consumi una tantum, come i viaggi, e in mete non troppo costose. Il Vietnam proprio per questo si candida assieme al resto del Sud Est asiatico a essere una delle mete preferite.
Dal 2017 per il Vietnam si entra con i visti elettronici
Uno dei vantaggi è rappresentato certamente dalla semplicità di ingresso. Fino a 15 giorni di permanenza non è necessario il visto, ma per coloro che rimangono di più, che del resto sono un buon numero trattandosi di viaggi internazionali, che spesso durano mesi, è necessario il visto.
Dal 2017 anche in Vietnam è stata introdotta la possibilità di fare dei visti elettronici. Ovvero, invece di doversi recare all’ambasciata e al consolato fisicamente, dover attendere per poi ripassare o farsi spedire il visto ottenuto, con costi aggiuntivi come il bollo, è possibile richiedere il visto per il Vietnam online. Consente di rimanere 30 giorni nel Paese e di fatto sostituisce l’altra modalità più usata fino al 2017, quella che prevedeva la richiesta di visto per il Vietnam all’arrivo.
Si trattava di richiedere una lettera di approvazione in un’agenzia che poi avrebbe consentito di recarsi in aeroporto all’arrivo ad acquistare in loco il visto dopo però aver fatto lunghe code e pagato oltre alla lettera di approvazione e il visto anche un bollo.
Il Vietnam è entrato nella modernità anche da questo punto di vista.
18 milioni di turisti nel 2019
I miglioramenti nelle trafile burocratiche sono solo alcuni dei motivi che hanno consentito a un Paese un tempo noto solo per la lunga e sanguinosa guerra del 1954-1975 di scalare le classifiche come meta preferita dai turisti internazionali.
Basti pensare che nel 2019, prima della pandemia erano giunti nel Paese 18 milioni di turisti internazionali, il 16,2% in più rispetto all’anno precedente, ma era dal 2016 che gli aumenti erano in doppia cifra, tanto che in otto anni, dal 2011 l’afflusso è triplicato, da 6 a 18 milioni.
La parte del leone la fanno i turisti cinesi, 5,8 milioni nel 2019, erano solo 1,4 nel 2011. Nonostante le storiche rivalità tra i governi a livello commerciale i rapporti tra i due Paesi vicini in grande crescita economica sono molto fitti.
Un incremento ancora maggiore è quello dei turisti sudcoreani, che sono passati da 536 mila del 2011 a 4,3 milioni otto anni dopo. Seguono poi altri vicini asiatici, giapponesi e taiwanesi, che hanno incrementato la frequentazione di città, spiagge, templi vietnamiti, anche se a un ritmo inferiore.
I primi occidentali tra i turisti sono invece gli ex nemici americani. Con gli USA da tempo vi è un’intesa basata sulla reciproca convenienza economica e geopolitica, in funzione anti-cinese. Sono 746 mila i cittadini statunitensi arrivati nel Paese nel 2019.
Più che raddoppiati i turisti italiani
Tra gli europei sono invece i francesi i responsabili dei maggiori arrivi, 288 mila. Gli italiani sono solo quinti dopo tedeschi, spagnoli, olandesi.
Tuttavia i 70.798 turisti del 2019 sono in aumento deciso rispetto agli anni precedenti. Nel 2011 erano stati meno della metà, 31 mila.
Il Vietnam corrisponde alle preferenze degli italiani per luoghi di arte e storia a pochissima distanza da spiagge tropicali.
E visto che gli italiani viaggiano più di altri in estate più che nel resto dell’anno il Vietnam rappresenta un caso unico. Si tratta della sola area dell’Asia orientale e meridionale in parte in ombra rispetto al monsone estivo, perlomeno nella sua parte centale.
Un dato che assieme alla facilità dell’ottenimento dei visti e altri fattori avrà la sua importanza alla ripresa del turismo dopo il Covid.
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