Silenziare il termometro non cura la malattia, ma ci piace crederlo

Pubblicato il 12 Gennaio 2021 alle 15:44 Autore: Nicolò Zuliani

La stalla è ben chiusa, ora, mentre le vacche trottano allegre verso il tramonto. Proviamo a vederla da un altro punto di vista.

Dopo l’assalto di Capitol hill gli Stati uniti si sono risvegliati dal sogno hollywoodiano in cui per assaltare la Casa bianca servivano un C130 con armamento pesante e battaglioni di commandos iperaddestrati, mentre in realtà sono bastati tre supercafoni con bastoni e cappelli da muflone. “930 miliardi di dollari ben spesi”, gongolano i contribuenti pensando al budget annuale della Difesa statunitense.

Il tentativo d’insurrezione che ha lasciato a terra cinque morti si è concluso con un fervido chiacchiericcio; da un lato, 73 milioni di elettori di Trump fanno notare che i primi a fare disordini, assalti, saccheggi ed escalation sono stati i liberali. Dall’altro i liberali rispondono che loro non hanno assaltato il Campidoglio per impedire la nomina del nuovo presidente.

Tutti, comunque, si sono spaventati.

I social network – Twitter, Instagram e Facebook – hanno bloccato tutti gli account di Trump, impedendogli di parlare e di tornare a sobillare la folla. Trump allora è entrato nell’app Parler; Google ed Apple hanno rimosso l’applicazione dai loro store, ed ora l’unico modo che ha Trump di comunicare è aprendosi un sito internet, a patto trovi qualcuno disposto a hostarlo.

A questo punto la sinistra ha spiegato che due aziende private possono fare un po’ quello che vogliono. La destra ha obiettato che due multinazionali hanno il monopolio dell’informazione mondiale. E in effetti, se non sei su Google o Facebook, torni al 1994 in cui per leggere un sito devi conoscere l’indirizzo esatto.

Si potrebbe fare di più, volendo.

I provider che forniscono la connessione potrebbero scegliere di mettere in blacklist il sito; a quel punto per leggere Trump bisognerebbe essere degli smanettoni discreti. Anche loro sono aziende private e – per quanto sia ironico che il discorso provenga da sinistra – i privati possono fare quello che gli pare. Possiamo discutere di libertà di opinione, ma istigare la folla all’eversione non è un’opinione. Così come gli imam che predicano gli attentati vengono silenziati ed espulsi, così succede ai sobillatori.

Questo non dispiace a nessuno… tranne a 73 milioni di elettori.

Provate a immaginare che domani tutti noi italiani, compresi quelli all’estero, eleggessimo all’unanimità un rappresentante, e dei miliardari decidessero di silenziarlo. Sì, magari quel rappresentante scomparirà dalla faccia della Terra, ma i suoi elettori no. Trump non è il virus, è il sintomo.

Ed è quello che le multinazionali stanno silenziando.

Tralasciando l’ipocrisia di campare grazie a post razzisti, sessisti, omofobi, a disinformazione assurta a sistema, a pubblicità ingannevoli, revenge porn, evasione fiscale, traffici pedopornografici e poi all’improvviso chiudere la stalla quando i buoi stan galoppando verso il tramonto…

MMMMMUUUUUUUUUUUUUUU

…73 milioni di persone sono una massa spaventosa. Un agglomerato umano che è stato forgiato, addestrato e istruito per ingrassare i social che si guardano bene dal buttarli nella spazzatura, rendono troppi soldi: meglio buttare il termometro che li rende visibili.

Il grande gioco di prestigio è quello di far passare il colpevole per salvatore, e il termometro per la causa della malattia.

Dal crollo del muro di Berlino in poi, in Italia – ma anche nel resto del mondo – si è diffusa la delirante convinzione che la classe politica sia la fonte di tutti i mali, mentre una classe politica sana è l’unico scudo che ha un cittadino per difendersi dallo strapotere delle multinazionali, che senza controllo possono diventare mostri. Craxi lo disse, all’epoca. Le campagne elettorali le pagava la Ferruzzi “sin dai tempi del suo fondatore”, cioè ben prima di Gardini.

Queste multinazionali SONO diventati mostri, che hanno generato 73 milioni di mutanti rabbiosi. E invece di portare Facebook in tribunale per aver formato 73 milioni di fanatici, applaudiamo perché ha silenziato il presidente degli Stati uniti come se avesse risolto il problema che hanno creato loro, e che in questo preciso istante gli sta facendo guadagnare miliardi.

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
Tutti gli articoli di Nicolò Zuliani →