Ultimi sondaggi Euromedia: insegnanti e studenti, idee opposte sulla Dad
Negli ultimi giorni in varie città d’Italia sono andate in scena le proteste degli studenti delle superiori contro la didattica a distanza (Dad). I ragazzi chiedono di tornare a scuola in totale sicurezza. La Dad è stata anche oggetto di un’indagine condotta da Euromedia Research. Secondo il 47,9% degli intervistati, la cancellazione di ogni forma di socializzazione per i ragazzi provocata dalle restrizioni e dalla chiusura delle scuole provocherò su di loro e sulla società del futuro delle conseguenze gravi oltre che dei cambiamenti epocali. Il giudizio sulla Dad dato dagli italiani si ferma poco sotto la sufficienza (5,71).
Ultimi sondaggi Euromedia: Dad, l’opinione degli italiani
Ma gli italiani cosa pensano della famigerata Dad? Il 32,9% ritiene che vada bene per qualche mese o qualche ora alla settimana ma poi diventa inutile e soprattutto non può sostituire la lezione in presa, il 27,7% la considera uno strumento utile a superare difficoltà eccezionali come quella che stiamo vivendo in questo periodo, il 26% pensa che sia uno strumento che vada ancora perfezionato mentre l’8% la boccia completamente.
Interessanti sono le opinioni date da insegnanti e studenti. Per la maggioranza dei professori (61%) la Dad va bene per qualche mese o qualche ora alla settimana, poi diventa inutile e negativa e di certo non può sostituire la didattica in presenza. Uno studente su due considera invece la Dad uno strumento che vada perfezionato.
Sulla Dad si è espressa anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina: “Rivendico la Didattica a distanza in quanto ci ha permesso di affrontare lo scorso anno scolastico, di salvarlo, di creare un rapporto che si sarebbe interrotto brutalmente fra gli insegnanti e i nostri studenti, ma ritengo che la Dad sia sicuramente uno strumento utile ma deve essere limitato nel tempo. Non si può fare di certo un anno di Dad”.
Ultimi sondaggi Euromedia: nota metodologica
Realizzato l’11 gennaio 2021 con metodologia mista Cati/Cawi su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne.
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