Cannavaro verrà ricordato per sempre dai tifosi di tutto il mondo come colui che alzò la coppa del mondo indossando la maglia azzurra e la fascia da capitano in quell’epica notte di Berlino. L’ex muro di Berlino, come venne soprannominato, ora è nei guai fino al collo con la giustizia italiana, vediamo perché.
Abusivismo edilizio
Cannavaro già da qualche anno aveva seguito l’ex C.T. Marcello Lippi in Cina dove ora, dopo le dimissioni del tecnico toscano, allena il Guangzhou Evergrande, ma i suoi guai con la giustizia riguardano l’Italia, in particolare Posillipo. La nota località campana aveva l’onore di contare fra i propri cittadini Fabio e Paolo Cannavaro, proprietari di una lussuosa villa cui erano stati messi i sigilli con l’accusa di lavori edilizi abusivi; la villa era stata poi sequestrata dal gip di Napoli. Il problema, anzi, il crimine commesso dai due fratelli è quello riscontrato dai carabinieri di Posillipo: l’aver violato i sigilli apposti alla villa ed essere entrati nella loro ex proprietà. Il fatto costituisce quindi reato penale ed il pm di Napoli Luigi Cannavale ha condannato in primo grado Fabio Cannavaro a dieci mesi di reclusione, il fratello Paolo a 6 mesi e la moglie di Fabio, Daniela Arenoso, a quattro mesi.
I guai con la finanza
Il campione del mondo non è nuovo ai guai con la giustizia. Nell’ottobre dello scorso anno, infatti, la Guardia di Finanza di Napoli aveva sequestrato a Cannavaro beni per un valore di 900 mila euro. Il reato, in quel caso, fu l’evasione fiscale commessa nel periodo fiscale 2005-2010 tramite la società “FD Service Srl” che si occupava di noleggio di imbarcazioni lussuose. Secondo i dati Cannavaro avrebbe evaso il fisco per una cifra superiore al milione di euro. Ovviamente sui social sono già partiti gli sfottò e le prese in giro di ogni tipo che, molto spesso sconfinano in battute di pessimo gusto riguardanti le origini partenopee dell’ex capitano della nazionale italiana di calcio.