Non c’è pace a Parma, dove la Procura della Repubblica ha iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta nientemeno che Tommaso Ghirardi, l’ex patron. Una bella batosta per l’imprenditore bresciano, che giusto qualche giorno fa aveva negato qualsiasi tipo di coinvolgimento nel crac finanziario del club emiliano. Gli inquirenti ora valuteranno con grande attenzione la posizione di Ghirardi, che potrebbe finire anche in carcere. Si chiude nel peggiore dei modi l’avventura nel mondo del calcio di un giovane e brillante imprenditore, ma con un grosso problema: le mani bucate.
I guai sono iniziati già nel 2011
Come riportato dai principali quotidiani nazionali già diversi giorni fa, i guai per il Parma non sono iniziati la scorsa estate con l’esclusione dell’Uefa dai preliminari di Europa League, bensì prima, molto prima. “Già nel 2011” aveva confessato il team manager gialloblu Alessandro Melli, “capimmo che qualcosa non tornava, con Ghirardi che ci chiedeva di pagare i premi vittoria ai ragazzi”. Nulla a che vedere insomma con quanto dichiarato dall’ex proprietario, che aveva individuato nella Dastraso Holding di Rezart Taçi e nella Mapi Group di Giampietro Manenti i principali responsabili dell’oramai possibile fallimento del Parma.
Eppure Carlo Tavecchio premiò l’ex patron
Fanno quantomeno ‘sorridere’ quelle immagini datate marzo 2013 dove l’allora presidente Ghirardi riceve il premio Ali della Vittoria come ‘miglior dirigente dell’anno’. A premiarlo, in una sala congressi della fiera di Cagliari gremita, i pezzi grossi della Lega Nazionale Dilettanti oltre che diversi, prestigiosissimi ospiti. Fu Carlo Tavecchio, l’allora presidente dei Dilettanti (attuale dominus della Figc,ndr), a proporre il nome di Ghirardi che lo definì “giovane e preparato”.
La rabbia dell’ex: “Sembra di essere in Sudamerica”
Dalle pagine de La Gazzetta dello Sport, l’ex bomber gialloblu Faustino Asprilla lancia un accorato appello ai tifosi del Parma: “Facciamo di tutto per aiutare il club raccogliendo soldi, non può sparire per sempre, questa situazione è simile a quella dei paesi sudamericani dove molti club falliscono”.