Coni, non solo caso Fin: commissari in Lombardia e Calabria
Non c’è pace per il CONI e per il suo presidente, Giovanni Malagò. Non bastano infatti, le pesanti accuse della FIN (Federazione Italiana Nuoto, ndr) che ha presentato ricorso al Tar Lazio per chiedere l’annullamento di una sentenza emanata dai giudici sportivi che ha tolto la squalifica di otto mesi al presidente del comitato olimpico. Malagò dovrà anche fare chiarezza su quanto sta avvenendo in Lombardia ed in Calabria, dove i rispettivi Comitati regionali sono stati commissariati a seguito di un’ondata di ‘strane’ dimissioni.
Verso Roma 2024: i casi Lombardia e Calabria
In un comunicato pubblicato sul sito del CONI, viene ufficializzato il commissariamento del Comitato regionale lombardo e calabrese. Partiamo dalla Lombardia: già a metà febbraio, sei consiglieri su nove avevano presentato le dimissioni, facendo cadere la presidenza di Pierluigi Marzorati, ex cestista della Pallacanestro Cantù. Questi consiglieri accusavano il presidente del Comitato lombardo di non aver badato a spese nell’organizzazione di eventi collegati all’Expo di Milano che partirà tra pochissimi mesi. Marzorati insomma, avrebbe ‘fatto i conti senza l’oste’, programmando diversi importanti (e costosi,ndr) eventi durante i mesi che vedranno il capoluogo lombardo ‘centro del mondo’. Più recente è il caso calabrese, dove cinque consiglieri del Comitato si sono dimessi, accusando apertamente il CONI e Malagò di “disinteresse verso la Calabria”. I consiglieri contestano la politica del governo dello sport italiano, “assente in Calabria dove mancano le infrastrutture e dove lo sport è all’ultimo posto nella classifica del CONI”.
Caso FIN
“Per la prima volta una federazione sportiva ha fatto ricorso alla giustizia amministrativa (Tar Lazio, ndr) contro una decisione di quella sportiva”. Sono queste le parole di Malagò, molto amareggiato dopo aver appreso del ricorso presentato ai giudici amministrativi da parte della Federazione Italiana Nuoto presieduta da Paolo Barelli. Quest’ultimo, in attesa della pronuncia per presunte doppie fatturazioni nei lavori per alcune piscine di Roma, vuole che Malagò sconti la squalifica di 8 mesi “per aver pronunciato dichiarazioni lesive verso la Federazione in qualità di presidente del Circolo Canottieri Aniene”. Barelli, accusato proprio da Malagò nel 2009 di “strane fatturazioni”, denuncia dei vizi nella composizione del Collegio di Garanzia del Coni che ha scagionato Malagò (ci sarebbero stati soltanto 3 membri e non 5 come richiesto dalle norme,ndr), e ha inoltre chiesto un risarcimento danni non ancora quantificato. C’è insomma grande imbarazzo tra i vertici dello sport italiano, perché un caso del genere rischia di rallentare i lavori per i giochi olimpici del 2024 che Roma vuole assolutamente accaparrarsi, nonostante lo scandalo di ‘Mafia Capitale’.