Non tutti sarebbero rimasti al timone di una squadra sull’orlo del fallimento e, soprattutto, senza stipendio da 8 mesi. Senza volerlo, Roberto Donadoni è diventato un eroe a Parma: da quando è scoppiato il caos societario, l’ex cittì della Nazionale italiana non ha mai mollato la sua panchina, rimanendo sempre accanto ai suoi ragazzi e facendosi portavoce di uno spogliatoio che sta dimostrando di amare i colori gialloblu. In un’intervista a Senza Appello, andata in onda su Gazzetta Tv, Donadoni racconta quanto complicatissimo sia allenare un club con oltre 100 milioni di Euro di debiti.
“Mai più crack Parma”
Secondo il tecnico lombardo, nell’inferno di Parma ci sono più responsabili, alcuni dei quali davvero insospettabili. “Sono rimasto deluso da alcune persone (Donadoni non lo dice, ma si tratta di Tommaso Ghirardi e Pietro Leonardi, ndr) che credevo fossero oneste” tuona, “ma non porto rancore, sono piuttosto preoccupato per il destino di molti dipendenti”. Tuttavia, non ci sono soltanto due nomi nella lista dei responsabili del crack Parma: “Il calcio italiano deve impegnarsi affinché non si ripetano mai più queste situazioni e per farlo, più di qualcuno deve ammettere di aver sbagliato qualcosa”. Il riferimento è al governo del calcio, Federcalcio e Lega in primis.
“Quando hanno chiuso la mensa, ho dovuto ospitare più di qualche giocatore”
In pochissimi giorni tutti i giocatori del Parma, dalle giovanili alla Prima Squadra, si sono ritrovati senza pullman, servizio lavanderia e mensa. “Quando l’hanno chiusa” racconta Donadoni, “c’è stato molto imbarazzo e più di qualche giocatore l’ho dovuto invitare a mangiare a casa mia, anche se poi è stato difficile ospitare tutti”. Il tecnico ducale analizza infine la stagione del Milan, squadra che l’ha lanciato e dove ha vinto praticamente tutto. “Contro la Fiorentina i rossoneri hanno giocato bene anche se” aggiunge Donadoni, “mancano alcuni risultati che aggiusterebbero le cose”. Più di qualcuno vedrebbe in lui il sostituto di Pippo Inzaghi, la cui panchina è sempre più traballante. “Non nascondo che se mi dovessero chiamare accetterei l’incarico” confessa Donadoni, già accostato la scorsa estate al Milan.