Nella piccolissima Repubblica di San Marino, per alcuni giorni il calcio si è fermato per chiedere più diritti. Lo scorso week end infatti, alcuni giocatori della nazionale sanmarinese hanno intrapreso uno sciopero terminato soltanto oggi, chiedendo il riconoscimento dello status di professionista e minacciando di disertare i prossimi impegni di qualificazione agli Europei del prossimo anno. Sulla questione è dovuto intervenire pure il Ministro dello Sport, preoccupato non soltanto delle sanzioni Uefa ma anche di un possibile danno all’immagine della Repubblica.
I calciatori non ci stanno: “Vogliamo essere ascoltati”
In pochi sanno che ai giocatori che militano nei campionati sanmarinesi sono riconosciuti ben pochi diritti. O almeno, così è stato fino alla scorsa estate, quando è nata un’associazione assai simile alla Associazione Italiana Calciatori, seppur priva di qualsiasi potere all’interno della Federcalcio di San Marino. Andy Selva, uno dei giocatori più rappresentativi della Repubblica, aveva già in passato denunciato il ‘sistema’, accusando la Federcalcio “di non voler ascoltare le richieste dei calciatori”. L’attaccante, nato a Roma ma sanmarinese d’adozione, si è fatto portavoce dell’intera categoria: “Vogliamo che un nostro rappresentante possa sedersi in Consiglio Federale e vogliamo dare il nostro contributo allo sviluppo del movimento calcistico, che non è mai cresciuto”.
Un nazionale sanmarinese non è un calciatore professionista
Inevitabili le reazioni da parte non soltanto del governo del calcio sanmarinese, ma anche delle istituzioni politiche. “Questa presa di posizione” tuona il Ministro dello Sport Teodoro Lonfernini, “è inaccettabile, e siamo molto preoccupati delle possibili sanzioni della Uefa qualora San Marino non si presentasse in Slovenia il prossimo 27 marzo”. Come dichiarato da Selva però, la situazione dei calciatori della nazionale sanmarinese è davvero anomala, soprattutto se paragonata ai vicini italiani. “Un giocatore della nazionale prende poco meno di 60 Euro per le trasferte” accusa l’attaccante de La Fiorita, “ed è costretto a prendersi sempre le ferie dal lavoro”.