Plus/Minus NBA: ancora un mese e poi play off
Siamo entrati ormai nell’ultimo mese di stagione regolare NBA, e le certezze sono sempre meno. Solo Atlanta e Golden State sono ormai pressoché certe del loro primo posto e possono pensare di gestire un po’ le forze in attesa dei play off, mentre per tutte le altre le posizioni sono ancora completamente da definire, e un accoppiamento piuttosto che un altro potrebbe fare tutta la differenza del mondo.
Cambi di scenario
Gli scenari cambiano veramente nel giro di una settimana, e pure in maniera un po’ drastica. Prendiamo per esempio la parte bassa del tabellone a Est. Indiana sembrava una squadra in missione, tanto che Paul George, nonostante l’ok formale dei medici, dichiarava di non voler rientrare in campo per non voler rovinare i meccanismi che si erano creati senza di lui. Dopo quattro sconfitte consecutive tra cui uno scontro diretto in casa coi Celtics, magari il buon Paul inizierà a ripensarci. Miami dal canto suo pareva avere un piede e mezzo nella fossa della Lottery, ma non aveva fatto i conti con il suo leader storico Wade, che a suon di prestazioni clamorose (sempre oltre i 27 nelle ultime uscite) ha rimesso gli Heat di prepotenza nelle prime otto. Leggermente più in alto si stanno riprendendo i Wizards dopo un pessimo periodo. Cinque le vittorie in fila di Wall e compagni prima di uno stop stanotte in casa dei Clippers. Cinque invece i ko consecutivi di Milwaukee che ora inizia ad avere qualche timore in più sentendo il fiato delle inseguitrici sul collo. Curiosamente nella notte di venerdì contro i Nets hanno perso dopo tre supplementari. È la seconda volta questa stagione che le due squadre hanno bisogno di tre prolungamenti di tempo per decidere chi debba avere la meglio. Zozza Pachulia ha stabilito il record di rimbalzi offensivi in una gara con 18 e su Twitter ha commentato “mi sento come quando su NBA2K metto tutti i miei valori a 100. Il mondo è ai miei piedi”. Bomber vero.
50 sfumature di barba
Ad ovest si sente tremendamente la mancanza di Anthony Davis per i suoi Pelicans che stanno perdendo colpi rispetto ad una OKC trascinata, manco a dirlo, dall’ennesima tripla doppia di Russell Westbrook. Siamo per la cronaca a quota nove in stagione. Considerato che Durant è ancora fuori e non si sa se e quando potrà rientrare, e che alla lista degli assenti si è aggiunto pure Ibaka, le sorti della franchigia passano per le mani del play tuttofare che si candida sempre più a unico concorrente di Curry per l’MVP. Ah, la corsa all’MVP.. Se il terzo candidato era Davis troppo spesso fermo per infortunio, il quarto era quello con la barba a Houston. Indubbiamente indietro nei ballottaggi rispetto agli altri due, Harden ha pensato di rilanciare la sua candidatura un paio di sere fa ritoccando il suo massimo in carriera con 50 punti rifilati ai malcapitati Nuggets di Gallinari. Una delle poche certezze che ci restano è che in questi play off ci sarà da divertirsi.