Pechino chiama, Silvio Berlusconi risponde. Nonostante più di qualcuno l’abbia classificata nella categoria ‘pesce d’aprile’, la notizia dell’imminente cessione del Milan ad una cordata di ricchissimi cinesi continua ad occupare le primissime pagine di tutti i quotidiani. Ad infittire il mistero, ci sarebbe la conferma di un incontro avvenuto in gran segreto ieri sera (giovedì, ndr) ad Arcore con un uomo d’affari asiatico. Se nessuno sa il nome dell’ospite uscito, secondo Sky Sport, attorno alle 22 dalla residenza dell’ex Cavaliere, una cosa è certa: la famiglia Berlusconi, che intanto continua a negare ogni possibile cessione, ha bisogno di nuovi soci per il Milan.
Futuro asiatico
Da circa un annetto a questa parte, il futuro del club rossonero si è fatto sempre più orientaleggiante. Abbandonate almeno per ora, le piste che portavano negli Emirati Arabi e negli Stati Uniti, la famiglia Berlusconi avrebbe già programmato qualche viaggetto tra Bangkok e Pechino. Nella capitale thailandese c’è Bee Taechaubol, alias Mr. Bee, che almeno inizialmente non diventerebbe azionista di maggioranza. In Cina invece, più di qualcuno vuole diventare a tutti gli effetti proprietario del Milan, sbarcando prepotentemente nella nostra sgangherata Serie A. I nomi che si sono fatti riguardano tutti ricchissimi imprenditori, a capo di colossi che possono vantare sia un patrimonio a nove zeri e sia l’appoggio incondizionato del governo cinese, interessato a diffondere il calcio nel paese.
Chi vuole il Milan
Se Zong Qinghou, fondatore della Future Cola, smentisce categoricamente l’interesse verso il Diavolo (“Non mi interessa il mondo del calcio e, qualora volessimo investire, lo faremmo soltanto rilevando un club cinese”), un altro cinese sembra aver spinto sull’acceleratore. Secondo indiscrezioni infatti, l’ospite di ieri sera sarebbe stato Richard Lee, uomo d’affari portavoce di una cordata interessata alla maggioranza del Milan. Berlusconi, che continua a negare la volontà di cedere, pare abbia ascoltato con grande interesse la proposta cinese, ponendo però una condizione: un membro della famiglia (Barbara con tutta probabilità, ndr) dovrà avere un ruolo nel futuro assetto societario.