Si potrebbe aprire una diatriba degna del miglior “ai posteri l’ardua sentenza”: nel calcio di oggi bilanci e vittorie possono andare a braccetto? O ancora: meglio avere i conti a posto e galleggiare ai vertici per anni, senza però mai vincere nulla di importante, o conquistare trofei a iosa pur senza rispettare il famigerato Fair Play Finanziario? Il caso (o caos) Napoli è emblematico in tal senso. La stagione (quasi) fallimentare degli azzurri, a cui resta solo un’Europa League che offre il temibilissimo Wolfsburg, ha scatenato un effetto a catena: malcontento dei tifosi, crisi dei calciatori, ritiro forzato imposto da De Laurentiis. Soprattutto, è tornato in auge il dubbio amletico di cui si parlava in apertura: meglio i bilanci o le vittorie?
Eppure il bilancio..
Questo Napoli ha un utile pari alla bellezza di 57 milioni di euro. Analizzando i conti della Serie A e in particolare delle nostre big, è un dato assolutamente impareggiabile. Nessun club in Italia ha le casse verdi come quelle azzurre. Tuttavia, in dieci anni di gestione De La gli azzurri non hanno mai conquistato né uno Scudetto né una Coppa Europea. Il palmarès recita due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Insomma, nessun trofeo prestigioso, zero coppe continentali.
Cosa manca al Napoli
Un esempio antipodale è rappresentato dall’Inter del 2010, quella di Mourinho e del Triplete: quell’anno Moratti non badò a spese, centrando una stagione irripetibile che ha consegnato quella squadra di diritto agli annali della storia di questo splendido gioco. E’ tutta lì la questione. I bilanci non fanno la storia, le vittorie sì. I tifosi lo sanno e proprio per questo ricordano con maggiore nostalgia gli anni di Maradona e Careca, piuttosto che quelli di Cavani e Lavezzi. Sia chiaro, se il FPF entrasse davvero in vigore il Napoli sarebbe tra le primissime a trarne giovamento. La direzione è quella e le metodologie finanziarie dei partenopei sono assolutamente valide. Ma servirebbe altro, oltre ai fatturati. Servirebbe provare, osare, rischiare. Magari chiudendo un’annata in parità, o addirittura in rosso. Non sarebbe la fine nel mondo coi tempi che corrono, e chissà che non possa servire a riportare al trionfo il Napoli e i napoletani.
Antonio Fioretto