Juventus: dubbio modulo, ma l’abito non fa il Monaco
In una graphic novel o in una serie a fumetti, l’albo di oggi si intitolerebbe “E venne il giorno“. Il giorno in questione è quello che deciderà le sorti della Juventus, capace questa sera di unire (si spera) Torino al Principato di Monaco e il Principato di Monaco all’Italia intera. Va di scena il ritorno dei Quarti di Finale di Champions League, un Monaco-Juventus atteso in maniera spasmodica praticamente da tutti. Si parte dall’1-0 dello Stadium, firmato da un rigore di Vidal. Si riparte, invece, dalle dichiarazioni di Jardim (“sarà importante soprattutto non subire gol”, “sono fiducioso che passeremo il turno“) e soprattutto da quelle di Allegri (“abbiamo un piccolo vantaggio, passeremo“). Si riparte, quindi, da poche certezze, tanti dubbi e una marea di speranze.
Dubbio modulo..
I dubbi, appunto. Quelli di Massimiliano Allegri -che ieri in allenamento scherzava come alla vigilia di un’amichevole- sono quasi interamente legati al modulo, allo scacchiere tattico da usare contro i monegaschi. L’incertezza è amletica: 3-5-2 o 4-3-1-2? Da una parte il marchio di fabbrica di era “contiana”, che assicura maggiore copertura in difesa ma che forse lancia un messaggio di subliminale paura; dall’altra lo stampo spregiudicato di Max, col trequartista e le due punte, ma che forse da qualche rischio in più contro i velocisti di Jardim. Ed è davvero curioso che l’ago della bilancia sia Andrea Barzagli, al quale questa Juve ha rinunciato per troppo tempo senza sapere come. La forza della squadra, si sa, sta nel sapersi vestire di ambedue gli schemi o, all’occorrenza, di alternarli a gara in corso. Ma cosa sceglierà Allegri?
… ma l’abito non fa il monaco
La risposta è molto semplice: chissenefrega. L’abito non fa il monaco. O, in questo caso, non fa il Monaco. Se è vero che la difesa a tre è da tutti considerata poco “europea”, è altrettanto vera che la differenza in campo la faranno l’abnegazione tattica, la concentrazione, l’applicazione, la precisione tecnica, la forma atletica e soprattutto l’atteggiamento. Già, l’importante è che la Juve giochi la Juve. Per il resto, c’è un allenatore che sta dimostrando di settimana in settimana tutta la propria competenza. E allora fiducia. In Allegri, nella Juve e nei moduli. Non solo perchè è giusto. Ma anche perchè conviene a tutti.