Antonio Conte potrebbe presto rassegnare le dimissioni dalla guida della Nazionale italiana, qualora dovesse arrivare il rinvio a giudizio da parte del Tribunale di Cremona legato all’inchiesta sul calcio scommesse. L’ipotesi di non vedere più l’ex tecnico della Juve sulla panchina azzurra non è poi così improbabile, nonostante i suoi legali sostengano di avere sufficienti argomentazioni per scongiurare ciò. La Federazione, in attesa della decisione dei giudici lombardi, si troverebbe da un giorno all’altro senza cittì e con ben poche scelte che rispettino le esigenze di bilancio.
Rischio di rinvio a giudizio
Il Commissario Tecnico, che ha già scontato nel 2012 la squalifica di 4 mesi per omessa denuncia, potrebbe essere rinviato a giudizio dal Tribunale cremonese che sta indagando da diversi anni sul calcio scommesse. Sembrerebbe assai delicata la posizione del tecnico leccese in merito a due match ‘aggiustati’ risalenti ai tempi di Siena. Qualora i suoi legali non dovessero convincere i giudici, Conte rassegnerebbe all’istante le dimissioni da CT, soprattutto per salvaguardare l’immagine della FIGC.
Chi per il dopo Conte?
Una volta salutata la Nazionale, Conte potrebbe tranquillamente accasarsi al Milan, club che lo vuole fortemente per il dopo Pippo Inzaghi. Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, che stanno incassando diversi ‘no’ da parte di Carlo Ancelotti, potrebbero contattare l’ex capitano juventino in virtù dell’ottimo rapporto che li lega. Conte poi, è stato avvistato più volte a San Siro durante questa stagione, ha già ‘studiato’ i rossoneri e saprebbe dove intervenire. Se l’eventuale addio di Conte dalla Nazionale sarebbe ben accolto dal Milan, in Federcalcio si creerebbe del comprensibile imbarazzo. Allo stato attuale delle cose e con alle porte il difficile impegno del 12 giugno contro la Croazia per gli Europei del prossimo anno, in panchina ci andrebbe l’attuale selezionatore dell’Under 21, Luigi Di Biagio. L’ex centrocampista della Roma e dell’Inter sarebbe un traghettatore fino a quando non verrà fuori il sostituto di Conte, cosa per nulla facile. A frenare ogni possibile trattativa c’è il divieto di stipendi esagerati (non oltre 1 milione di Euro, ndr) e la difficoltà di un ruolo certamente affascinante ma non adatto a tutti.