“Antonino Pulvirenti ha confermato di avere comprato le partite di calcio a partire dalla gara Varese-Catania e di averle comprate a 100 mila euro l’una”. La voce è quella di Giovanni Salvi, procuratore di Catania, che ha parlato alla fine dell’interrogatorio fiume a cui si è sottoposto questa mattina il presidente del Catania Antonino Pulvirenti. I dettagli della fosca vicenda che, pochi giorni fa, ha travolto il mondo del calcio italiano, sta assumendo dunque sembianze sempre più definite ed inquietanti. Pulvirenti, che ha negato di aver fatto scommesse, avrebbe agito solo per il bene della squadra, per evitarle una retrocessione che a poche giornate dalla fine appariva quasi certa.
Le partite incriminate
Cinque le partite comprate da Pulvirenti, per un totale di mezzo milione di euro: Varese-Catania, Catania-Trapani, Latina-Catania, Catania-Ternana e Catania-Livorno, giocate e vinte dalla squadra siciliana tra il 2 di aprile e il 2 di maggio 2015. Manca all’appello, dunque, la sfida con l’Avellino, giocata il 19 marzo e finita 1-0 per il Catania, decisa da un rigore di Calaiò.
Cosentino respinge le accuse
Se l’ex direttore sportivo Delli Carri e l’agente di scommesse sportive on-line Gianluca Impellizzeri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere di fronte al gip, l’amministratore delegato Pablo Cosentino si è invece dichiarato totalmente estraneo ai fatti: “Non so nulla di combine, sono estraneo a tutti i fatti che mi contestate, se lo avessi fatto sarei stato un folle e se lo ha fatto Pulvirenti è un folle lui”. Approfittando della scadenza del contratto, Cosentino si è già dimesso dal ruolo di amministratore delegato e ha ammesso che il suo futuro sarà certamente lontano da Catania. Le nubi sulla società siciliana sono però sempre più cupe: i 100 000€ in contanti ritrovati nell’abitazione di Impellizzeri sono un punto centrale della vicenda, come ha poco fa confermato Salvi, e lasciano presagire degli sviluppi se possibile ancora più sconvolgenti. La lunga estate degli scandali del calcio italiano è solo agli inizi.
Stefano Serafini