L’ex di Samp, Lazio e Toro condannato: abusava della figlia
Oggi è arrivata la sentenza: Matteo Sereni è stato condannato a 3 anni e sei mesi di reclusione e alla perdita della patria podestà. L’accusa di abusi sui minori era stata avanzata dall’ex moglie ed ex procuratrice del portiere, Silvia Cantoro, che ha avuto la meglio nel processo con rito abbreviato di Tempio Pausania. I fatti risalgono all’estate del 2009, quando secondo l’ex coniuge di Sereni, il portiere avrebbe abusato della figlia minorenne.
Sereni: “I miei figli sanno la verità!”
Non solo l’ex portiere di Serie A è finito nel mirino del GUP, Marco Contu, il quale ha inserito nella lista degli indagati anche l’assistente sociale Claudia Telli, Suor’Annarosa Pistore e la psicologa Francesca Vaccamorta. Ovviamente Sereni respinge ogni accuse e le sue parole dopo il processo sono piene di astio: “Sono sconvolto. Ho perso ogni fiducia nella giustizia. L’unica cosa che mi mantiene vivo è sapere che i miei figli conoscono la verità.” mentre i legali di Sereni sono stati un po’ più prolissi e accusano l’ex coniuge del portiere di averlo accusato per portargli via i figli: “Si tratta di una sentenza gravemente ingiusta che ci ha molto sorpreso e che certamente appelleremo. La condanna riguarda un processo nel quale la denuncia proviene dalla ex moglie di Matteo Sereni nel corso di una asperrima separazione coniugale ed in cui persino la bambina, più volte registrata dalla madre, ha successivamente ammesso che le accuse al padre non erano vere“. D’altra parte i legali dell’ex moglie di dichiarano soddisfatti: “La giustizia fatta con la sentenza non potrà mai ripagare i minori degli eventuali danni psicologici subiti per le condotte delittuose accertate.”
Una carriera stroncata dall’accusa
Sereni è cresciuto nelle giovanili della Sampdoria, proprio quando il primo portiere era l’attuale allenatore dei blucerchiati, Walter Zenga, e dopo alcuni prestiti aveva difeso la rete della Samp fra il ’99 e il 2001 prima di andare in Inghilterra a giocarsi la Coppa UEFA. Tornato in Italia ha vestito, con discreto successo, le divise della Lazio e del Torino prima di accasarsi al Brescia dove gioca per una sola stagione. Si ritira ad appena 35 anni, pochi effettivamente per un portiere, per potersi dedicare totalmente alla causa giudiziaria.