Quando Roberto Mancini, tecnico dell’Inter, ammise a fine campionato scorso di avere bisogno di almeno 8-9 acquisti per rendere la sua squadra finalmente competitiva, in pochi lo presero alla lettera. Non è stato così per Piero Ausilio, sapiente direttore sportivo nerazzurro, che ha regalato al proprio allenatore ben 10 nuovi giocatori, tutti potenzialmente titolari e tutti pronti a fare la differenza. La stampa è unanime nel riconoscere all’Inter lo scettro di squadra italiana che si è mossa meglio e con più decisione, ma ora sarà il campo a parlare, e Mancini non ha più alibi: deve lottare per lo scudetto. Il calcio d’Agosto, si sa, conta poco, ma per ora ci ha consegnato una Juve ferita e in ricostruzione, fisiologicamente meno affamata, ed una Roma che sembra finalmente aver fiutato l’odore del sangue. La Lazio sembra alle corde dopo l’uscita dalla Champions, mentre il Napoli di Sarri è ancora un cantiere aperto. Il Milan, dal canto suo, non sembra in grado di poter seriamente lottare per le prime tre posizioni. Mancini, dunque, ha numerosi fattori dalla propria parte: una squadra modellata a propria immagine e somiglianza, la mancanza delle logoranti coppe europee e una concorrenza meno spietata degli ultimi anni.
DAL 4312 AL 433: IL MODULO PRIMA DI TUTTO
Ciò che è emerso da questa Inter di inizio stagione è la difficoltà di Mancini di trovare un preciso modulo di riferimento, che ha determinato una certa confusione tattica. Nel post-partita di Carpi-Inter ha affermato “non giocherò col 4312”, e questo è rinforzato dalla cessione di Hernanes alla Juventus, unico giocatore che poteva svolgere quel ruolo. Tutto sembra orientarsi verso un 433 con un centrocampo che, per certi versi, ricorda quello della sua prima Inter: muscolare e molto fisico. Se prima c’erano Viera, Stankovic e Zanetti, ora ci sono Kondogbia, Guarin e Medel oppure Brozovic. Niente regista puro, dunque, perché Mancini sa bene che in Italia è possibile vincere anche senza, l’importante è trovare l’agognato equilibrio tra i diversi reparti. Davanti, infatti, saranno liberi di muoversi Jovetic, Ljajic (o Perisic) e Icardi. Un giusto mix tra imprevedibilità, velocità e potenza, che se ben gestito potrà rivelarsi letale. La caccia a Roma e Juve è ufficialmente aperta.