Champions League: se il Manchester City ospita le italiane
Ad un giorno dall’ esordio stagionale della Juventus in Champions League, cominciano i pronostici sulla sfida con gli inglesi del Manchester City.
Una partenza non brillante degli uomini di Max Allegri, che hanno raccolto un solo punto in tre partite di campionato, non lascia intravedere molte speranze per la trasferta all’Etihad Stadium.
Non è la prima volta, però, che i Citizens ospitano una squadra italiana per una competizione ufficiale.
Il primo scontro, in una competizione europea, risale al 1976: è l’allora Coppa UEFA che la stessa Juventus riuscì a portare a casa.
Il cammino dei bianconeri di Giovanni Trapattoni incrociò proprio il Manchester City, ai trentaduesimi di finale. L’andata si giocò in Inghilterra, nelle mura nemiche: bastarono 44 minuti per Brian Kidd, attuale assistente tecnico di Manuel Pellegrini, per segnare il gol dell’1-0 che permise ai padroni di casa di portare a casa la vittoria.
Al ritorno, però, i bianconeri ribaltarono il risultato con un secco 2-0 targato Scirea e Boninsegna, avvicinandosi al giorno in cui avrebbero alzato il trofeo dell’attuale Europa League.
Nel dicembre del 1978, invece, a Manchester arrivano i rossoneri del Milan: è il ritorno degli ottavi di Champions League (allora Coppa dei Campioni). A San Siro il Manchester City era riuscito a tenere il risultato sul 2-2, dopo essere stata in vantaggio per due reti ed aver subito la rimonta di Bigon.
In terra inglese finisce 3-0 ed il Milan di Nils Liedholm viene eliminato: vanno a segno Tommy Booth, Asa Hartford e lo stesso Brian Kidd.
Pareggio dei conti, dunque, per il Manchester City nell’ospitare le italiane.
Per una nuova sfida c’è da aspettare la stagione 2010-2011.
E’ di nuovo la Juventus a volare in Inghilterra, per la fase a gruppi dell’Europa League.
Nel Manchester City di Roberto Mancini ci sono anche Patrick Vieira e Carlitos Tevez, note conoscenze dei bianconeri. Luigi del Neri, invece, schierava già Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini e Claudio Marchisio.
Alla fine dei 90 minuti il risultato è fermo sull’1-1: a Vincenzo Iaquinta risponde Adam Johnson, oggi al Sunderland.
Il tabellino, quindi, segna una vittoria, un pareggio ed una sconfitta. Tutto in equilibrio.
Ricordi freschi per la quarta gara ospitata a Manchester: il Napoli di Walter Mazzarri finisce nello stesso girone di Champions League dei Citizens .
E’ il 14 settembre 2011, Edinson Cavani segna il gol degli ospiti che apre le danze, ma l’ex Lazio Aleksandar Kolarov pareggia dopo soli cinque minuti.
Di quel Napoli oggi ritroviamo solo Christian Maggio, Juan Zuniga e Marek Hamsik. Quel Napoli che sfiorò l’impresa, passando il turno con un sonoro 2-1 al San Paolo che relegò il Manchester City in Europa League.
Secondo pareggio di fila, per la nostra statistica, che mantiene gli equilibri.
L’ultima gara di un italiana all’Etihad Stadium la gioca la Roma nella stagione appena conclusasi.
Gruppo A della passata Champions League, con Bayern Monaco e CSKA Mosca.
Il tabellino resta quello delle ultime sue partite: 1-1 ed un punto a testa.
Per Pellegrini serve un rigore, che Sergio Aguero non sbaglia. Gli uomini di Luis Garcia ritornano in carreggiata, invece, grazie alla rete dell’immortale Francesco Totti.
Tra i corsi e i ricorsi storici, però, stavolta a spuntarla sarà il Manchester City, vittorioso a Roma e qualificato, di conseguenza, agli ottavi di finale.
Una statistica che dice tutto e non dice niente.
A poche ore dalla sesta sfida casalinga del Manchester City contro le italiane, le incertezze sono tante.
Una vittoria, tre pareggi ed una sconfitta per gli inglesi, anche se nello scontro diretto con la Juventus risulterebbe vincitrice (dopo i risultati di 1-0 e 1-1).
Le percentuali fanno presagire un nuovo 1-1, che in questa fase – forse – farebbe bene più ai bianconeri, ma il calcio ci ha insegnato che nulla è scontato: il Manchester City ha tutto da perdere e i bianconeri si trovano nell’inaspettata condizione di dover dimostrare di essere all’altezza.
Staremo a vedere, dunque, dove si sposterà questa volta l’ago della bilancia.
Luigi Forte