In una sola stagione ha vinto ‘l’impossibile’, togliendosi un sacco di sassolini dalla scarpa. Luis Enrique ha riportato il Barcellona sul tetto d’Europa dopo annate di digiuno, coincise guarda caso con l’addio di un altro grande ex, Pep Guardiola, trasferitosi al Bayern Monaco. Il tecnico blaugrana tornerà domani sera (mercoledì,ndr) in uno stadio che l’ha odiato quasi sin dal primo giorno di lavoro e che mai ha compreso il suo calcio innovativo.
Luis Enrique l’incompreso
I tifosi della Roma hanno rimosso quasi subito quell’annata (2011-2012,ndr), quando la nuova proprietà americana si affidò ad un tecnico definito ‘inesperto’ dai più. Luis Enrique ha cercato di portare nella nostra Serie A una nuova filosofia di calcio, forse troppo distante dalla nostra. Purtroppo quella stagione finì malissimo per lo spagnolo: nonostante i tanti (forse troppi, ndr) acquisti, la Roma arrivò settima e lui, molto umilmente, rassegnò le dimissioni, anticipando l’esonero richiesto dalla tifoseria giallorossa.
Ritorno all’Olimpico
Non sarà una partita come tutte le altre per Luis Enrique, nonostante la musichetta della Champions League suonerà prima del calcio d’inizio. Il tecnico spagnolo non ha mai dimenticato quella disgraziata annata romanista, terminata troppo presto per l’impazienza di una città che non ci sta ad aspettare. Chissà come l’Olimpico accoglierà il contestatissimo ex, colui che ha dato una scossa ad un ambiente pericolosamente abituato a vincere. Nel Barcellona del triplete c’è molto di Luis Enrique, nonostante qualcuno si ostini a ripetere la stessa identica osservazione, ovvero che ‘con un Messi così, non serve l’allenatore’. Peccato però, che proprio l’ex Roma abbia fatto ‘rinascere’ la pulce argentina grazie ad un ruolo tutto nuovo (trequartista,ndr) che lo sta portando verso il quarto Pallone d’oro.