Ci saranno soltanto Giorgio Chiellini e Andrea Pirlo a difendere l’Italia nella corsa, piuttosto insidiosa, al Pallone d’oro 2015. Mancherà Gianluigi Buffon, forse uno tra portieri più forti al mondo se non addirittura il migliore per carisma ed esperienza internazionale. Peccato perché il nostro movimento calcistico avrebbe potuto insidiare le prime posizioni, ovviamente dalla terza in giù.
I soliti due
Inevitabile che, a questo punto, l’ambito riconoscimento al giocatore più forte del mondo vada o a Cristiano Ronaldo oppure a Leo Messi. Questa previsione in realtà non è una novità da quando queste due divinità del pallone segnano a raffica e alzano trofei, incassando un sacco di soldi tra ingaggi e sponsor. CR7 e la Pulce sono senza dubbio i migliori al mondo non soltanto perché in campo fanno cose che un calciatore mortale non è in grado di fare. Il portoghese e l’argentino sono l’immagine perfetta, che più perfetta non si può, del calciatore moderno, imprenditore a 360° di sé stesso.
E gli italiani?
Non si tratta del solito discorsetto ‘da nazionalista’ ripetuto in quasi tutti i salottini televisivi non appena si introduce questo delicatissimo argomento. La realtà, e in questo ogni addetto ai lavori è d’accordo, è questa: il calciatore italiano è una razza in via d’estinzione a causa di una politica ‘anti-vivaio’ portata avanti per tanti, troppi anni. Soltanto recentemente la Federazione ha rivisto la materia, imponendo ai club di essere più attenti alla valorizzazione di quelli che un giorno indosseranno la maglia della Nazionale italiana. Adesso quindi, l’intero movimento calcistico italiano paga le conseguenze di anni nei quali la stragrande maggioranza dei club preferiva lo sconosciuto ‘straniero’ per ragioni principalmente economiche. Ecco perché il nostro Commissario Tecnico, Antonio Conte, ha denunciato più e più volte la ‘mancanza’ di giocatori nati nel nostro Paese.