I Bidoni della A resuscitano in Brasile

Se l’Inghilterra è il luogo dove nasce il calcio, il Brasile è – senza dubbio – dove diventa arte.
Numerosissimi talenti, sempre più con il passare degli anni, hanno deliziato il pubblico verdeoro con giocate da capogiro, aspirando ad un posticino da campioni in una big europea.

Nel periodo in cui la nazionale brasiliana arranca, però, assistiamo ad un’inversione di tendenza: i sudamericani tornano a giocare nel loro paese dopo le esperienze nel calcio europeo che conta.

Il dato particolare, però, è che i “bidonati” delle squadre di Serie A siano pedine fondamentali per le sorti delle loro squadre, passando da panchinari malgiudicati a trascinatori goleador.

Basti pensare ai 5 gol dell’argentino Jesus Datolo, militante del Napoli tra il 2009 e il 2010, con la maglia dell’Atletico Mineiro, o a Jonathan Cristaldo del Palmeiras, già a quota 6 dopo una stagione al Bologna dove non è riuscito a farsi riconfermare.
C’è anche Thiago Ribeiro, autore di 10 reti in 66 presenze con il Cagliari, a trascinare l’Atletico Mineiro, mentre l’ex wonderkid Alexandre Pato, che ha diviso in due la tifoseria del Milan, sfiora la doppia cifra col Sao Paulo.

Non basta, fin qui sono tutti “pesci piccoli”.
La classifica cannonieri carioca parla chiaro:

Al secondo posto, a quota 12 gol, troviamo un altro attaccante dell’Atletico Mineiro: Lucas Pratto. E’ curioso che l’attaccante argentino abbia segnato quasi tanti gol quante le presenze in Serie A con il Genoa. Con i Grifoni furono 14 presenze in campionato ed una sola rete, anche se Nocerina e Bari gli permisero di aumentare il bottino in Coppa Italia.

Rullo di tamburi, invece, per la prima posizione. Con ben 17 reti con la maglia del Santos, a guidare la classifica dei goleador è Ricardo Oliveira.
Sì, sì, proprio quel Ricardo Oliveira che arrivò in Italia nella stagione 2006-2007, in un Milan che voleva tornare a dominare su ogni campo. In Serie A segnò all’esordio, in un Milan-Lazio finito 2-1, poi solo 3 gol in 26 partite.
Un’evoluzione davvero niente male, a quanto pare.

Sarà che la Serie A è davvero il campionato più difensivista del mondo?
O magari i brasiliani hanno nostalgia di casa e si esaltano nelle mura amiche?
E se i dirigenti italiani avessero toppato sui giudizi?
Tante domande retoriche, è vero, ma se segna così tanto un Ricardo Oliveira qualsiasi, due domande andrebbero fatte.

 

Luigi Forte