Se credeto che l’Italia sia la sola nazione a dover fare i conti con il razzismo allora non avete avuto modo di vedere lo striscione esposto dai tifosi dello Slask Wroclaw lo scorso 31 ottobre nella sfida casalinga pareggiata per 1-1 contro il Lech Poznan. Lo striscione incriminato raffigurava un guerriero crociato pronto a battersi per respingere le imbarcazione che trasportavano il nemico islamico. Le imbarcazioni riportavano il nome di ISIS, Bin Laden e Hussein e lo striscione era accompagnato dalla scritta “In Europa si sta diffondendo la piaga dell’islamismo, difendiamo il cristianesimo”.
Certo, l’audio con le dichiarazioni del presidente della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio), Carlo Tavecchio, fatte circolare dal Corriere della Sera non lascia ben sperare per il calcio italiano in termini di razzismo. Le dichiarazioni incriminate sono rivolte a Cesare Anticoli, commerciante dal quale Tavecchio ha acquisito per circa 20 milioni di euro l’immobile divenuto la nuova sede della LND (Lega Nazionale Dilettanti), ai tempi in cui l’attuale presidente della FIGC era a capo della LDN, e agli omosessuali. Il commerciante è stato definito da Tavecchio «ebreaccio», mentre in riferimento agli omosessuali ha dichiarato “Io non ho nulla contro, ma teneteli lontano da me. Io sono normalissimo”.
Sono state durissime e tantissime le reazioni da parte degli addetti ai lavori. Il presidente dell’ Assoallenatori Renzo Ulivieri ha dichiarato “Il presidente di una federazione non dovrebbe usare un simile linguaggio. Certe frasi non dovrebbero mai essere pronunciate da nessuno, figuriamoci se a farlo è il presidente della Figc”. Anche Demetrio Albertini, ex candidato alla presidenza della FIGC proprio contro Tavecchio, ha espresso le proprie preoccupazioni riguardo alle frasi incriminate dichiarando “Come ha già detto il presidente del CONI Malagò da un lato non si può commissariare la Federazione, dall’altro è una scelta che spetterebbe a Tavecchio: ormai è sotto gli occhi di tutti che la situazione sia diventata imbarazzante. Ho letto che si vuole ricandidare: tutti siamo liberi, ma bisogna ricordare anche che il suo è un ruolo di rappresentanza, e quindi anche cruciale per quanto riguarda la comunicazione. In quel campo non si può sbagliare e lui l’ha fatto più di una volta.
Il problema è che in Italia queste frasi di Tavecchio sono considerate delle semplici gaffe, mentre all’estero le vedono puramente come razzismo. Anch’io a volte faccio delle battute ma la posizione che Tavecchio ricopre è di importanza cruciale”.
Ci sono stati altri casi di questo tipo in Italia. Ricordiamo per esempio le dichiarazioni dell’allenatore Arrigo Sacchi, quando, in riferimento al Torneo di Viareggio, dichiarò “a guardare il Torneo di Viareggio mi viene da dire che ci sono troppi giocatori di colore, anche nelle squadre Primavera”.
Naturalmente non sono queste dichiarazione a fare di Tavecchio e Sacchi due razzisti, quel che è certo però è che quando si occupano determinate posizioni di rilievo non è consentito usare determinati tipi di linguaggio.
Purtroppo alle volte lottare contro fenomeni come il razzismo è un po’ come lottare contro i mulini a vento. Questo non significa che bisogna lasciar perdere, Anzi bisogna puntare molto di più sulla sensibilizzazione e sulla prevenzione cercando di educare, soprattutto le nuove generazioni, al rispetto per l’altro. La discriminazione è una fenomeno che nasce proprio dall’ignoranza, dalla paura del diverso, dalla paura di ciò che ci è sconosciuto. Lo sport in questo senso può essere uno strumento molto efficace. È un acceleratore naturale del processo di sensibilizzazione. Solo attraverso tutto questo saremo in grado di creare una società multiculturale non incline ad azioni di natura razzista ma rispettosa del diverso.
Mirko Vetrugno