Alessandro Del Piero compie 41 anni. Nei quasi venti anni di carriera con la maglia della Juventus ha collezionato 705 partite realizzando 290 reti. Non solo: Del Piero ha anche indossato la fascia di capitano della Vecchia Signora per 11 anni divenendone la bandiera per antonomasia. Le ultime parentesi della sua carriera, prima in Australia e poi in India, contano poco o nulla: il talento di San Vendemiano ha continuato a segnare anche lì: ma la Juve è rimasta il suo unico amore.
Per definire Pinturicchio, come l’aveva soprannominato Gianni Agnelli riconoscendogli la succedaneità a Roberto Baggio (questi era infatti soprannominato Raffaello), basterebbe ricordare che oggi esiste il gol “alla Del Piero”: ha inventato un format e l’ha fatto diventare il suo marchio di fabbrica; una pennellata degna di un grande artista. Una pennellata eseguita più e più volte nel corso della propria carriera senza mai farle perdere la magia della sua originalità.
Ma Del Piero non è stato solo questo. Tutti i tifosi juventini ricorderanno la Champions vinta nel 1996 e poi quello che oggi è diventato il “Mondiale per Club” segnando il gol decisivo nella finale di Tokyo. Come non citare il gol di tacco contro la Fiorentina nel 1994? Questo ed altri gesti lo hanno reso immortale. Con la Juve è restato anche nell’anno della Serie B dopo Calciopoli.
Con la Juve è tornato in Champions League e si è meritato la standing ovation del Santiago Bernabeu nel novembre 2008 dopo aver segnato una doppietta. Con la Juve si è trasformato in Godot dopo l’infortunio al ginocchio sinistro contro l’Udinese nel novembre del 1998: era lo stesso Avvocato Agnelli che cercava di spronarlo in uno dei momenti più difficili della sua carriera.
Ma quando nasci Pinturicchio, non muori Godot: Del Piero da quello infortunio è tornato. Nel 2006 si aggregò alla Nazionale guidata da Marcello Lippi contribuendo alla vittoria della Coppa del Mondo: contro la Germania ai supplementari segnò tra l’altro, “alla Del Piero”, il gol del raddoppio azzurro.
La condanna successiva a Calciopoli, come detto, non intaccò l’amore di Del Piero nei confronti della Juve: Pinturicchio ha continuato ad indossare con orgoglio quella maglia, con il numero 10 sulle spalle, fino al 2012. Prima di lasciare la Vecchia Signora, Del Piero volle riportarla alla conquista dello scudetto (il sesto della carriera senza considerare i due cancellati dalla sentenza di Calciopoli).
Era il 13 maggio del 2012: lo Juventus Stadium, commosso, salutava la sua bandiera. La consapevolezza, da entrambe le parti, che sarebbe stato solo un “arrivederci”. Certi amori non finiscono. Auguri, Alex! Auguri che valgono come un grazie da parte di tutti gli amanti del dello sport e del calcio: le grandi leggende non hanno colore.