I social network – ormai – sono entrati nel vita di tutti noi. Li usiamo abitualmente, spesso non riusciamo a farne a meno ed hanno radicalmente cambiato il modo di comunicare. Anche il calcio a suo modo sta cercando di adeguarsi e se da un lato fioccano le iniziative per aumentare la brand reputation delle società – si pensi al Como che aveva creato il primo contatto ufficiale Whatsapp della società – dall’altro le uscite dei principali protagonisti di quello che è considerato il gioco più bello del mondo finiscono per influenzare le scelte di presidenti e allenatori.
Provate a chiederlo a Josè Mourinho che difficilmente dimenticherà il 2015 e non per le vittorie, i trionfi e la gloria – cui sarà ormai abituato – ma perché rappresenta il momento più nero della sua carriera dentro e fuori dal campo. Così oltre alla questione – finita in tribunale – con la
Infatti in un’intervista al The Sun, Patrick Bamford attaccante del Cristal Palace in prestito dal Chelsea ha svelato l’esistenza di un gruppo Whatsapp creato da una lunga serie di Am-Mou-tinati all’insaputa dello Special One: 33 per la precisione, tra cui gli “italiani” Cuadrado e Salah, uscito però dalla chat a settembre. “Ci raccontiamo i nostri fine settimana, la nostra vita fuori dal calcio, ma non manca mai un po’ di veleno contro chi ci ha scartato. La chat è così attiva che spesso i cellulari sono già scarichi a pranzo” ha detto l’attaccante ex Chelsea.
I social network non vengono usati unicamente per parlare male di ex o attuali allenatori ma possono rappresentare anche strumenti attraverso cui esprimere attestati di stima. E’ il caso di Iachini che dopo l’esonero ha visto schierarsi dalla sua parte sia Vasquez – “Mi dispiace tanto per la notizia con la quale mi sono svegliato,
Forse i tweet dei giocatori non basteranno a far tornare Iachini al suo posto, o forse si: si, perchè proprio qualche settimana fa la mobilitazione sul web dei tifosi del Carpi aveva spinto la società al dietrofront dopo l’esonero di Castori e lo scorso anno qualcosa di simile era accaduto a Livorno, dove giocatori e tifosi si erano schierati contro la cacciata di Nicola, in quel caso però non bastò. Facebook, Twitter, Instagram e chi più ne ha più ne metta, oggi anche il calcio è a portata di click.