Dopo dieci mesi dalla strage alle sedi di Charlie Hebdo, Parigi torna ad essere sotto attacco. Una notte di terrore senza precedenti per la Francia e per l’Europa, quella vissuta nella capitale francese, con attentati in diversi punti della città. Epicentro dell’attacco il Bataclan, sala per concerti nell’ XI arrondissement dove oltre 1500 persone assistevano al concerto del gruppo americano Eagles of Death Metal: l’assalto, gli spari, gli omicidi a sangue freddo, la presa di ostaggi, poi il blitz delle teste di cuoio e un bilancio tragico con oltre 100 vittime.
Oltre alla sala per concerti però i terroristi hanno attaccato Parigi in più punti, almeno sette attentati in diversi zone della città: ad essere colpito è stato anche lo Stade De France dove era in corso l’amichevole tra Francia e Germania ed erano presenti circa 60.000 spettatori, tra cui il presidente Hollande e l’allenatore della Roma Rudi Garcia.
Le esplosioni sono avvenute al di fuori dello Stade de France: la prima alle 21.20, la seconda dieci minuti dopo e la terza intorno alle 21.50 e si sono distintamente avvertite all’interno dell’impianto dove, dopo una breve interruzione, il gioco è continuato. Gli attacchi sono stati concentrati nei pressi di una brasserie e di un McDonald’s non lontani dallo stadio, provocando sei morti tra i quali tre terroristi che si sono fatti saltare in aria. Bilancio che sarebbe potuto essere ben più tragico se gli attentati fossero avvenuti all’interno. Hollande, presente in tribuna, è stato immediatamente evacuato. Gli spettatori invece sono rimasti – impietriti e terrorizzati – all’interno del terreno di gioco e da esso sono fuoriusciti soltanto qualche ora più tardi uniti – in un bellissimo segno di solidarietà – nel canto della Marsigliese.
Adesso Parigi ha paura, la Francia ha paura ed anche il calcio – seppur parte infinitamente piccola di una tragedia di queste dimensioni – trema in vista dei prossimi Campionati Europei che si giocheranno proprio in Francia dal prossimo 10 giugno. Ad oggi i dubbi sulla sicurezza per atleti e addetti ai lavoro sono tanti ma questo non è il momento di porre in essere alcun processo: adesso ci si può solo stringere forte intorno a Parigi e intorno ai suoi cittadini che ieri hanno vissuto uno dei momenti più tragici della loro storia.