Da Monaco a Parigi, quando il terrorismo uccide lo sport
Il dramma vissuto venerdì notte a Parigi ha riportato alla mente immagini e ricordi che nessuno avrebbe più voluto vedere. L’attacco diretto allo Stade de France – infatti – rappresenta solo l’ultimo esempio – in ordine di tempo – di tragedie causate da attentati terroristici rivolti al cuore dello sport.
43 anni fa lo sport per la prima volta conobbe direttamente le barbarie del terrorismo: erano in corso i Giochi Olimpici a Monaco di Baviera nel 1972, un commando dell’organizzazione palestinese irruppe nel Villaggio Olimpico prendendo in ostaggio un numero imprecisato di atleti israeliani. Dopo quasi un giorno di trattative si arrivò – tra forze di polizia tedesche e terroristi – allo scontro a fuoco: il bilancio fu terribile, 17 vittime e un marchio indelebile per una giornata passata alla storia come il ‘Massacro di Monaco‘.
Sempre ai Giochi Olimpici, 24 anni più tardi, la storia si ripetè: Atlanta 1996, una bomba venne fatta esplodere nel Centennial Olympic Park. Bilancio meno tragico rispetto al precedente, due le vittime ma oltre cento feriti.
Il terrorismo poi non ha risparmiato nemmeno il mondo del calcio: il 1 maggio del 2002 – giorno del Clasico, tra Real Madrid e Barcellona – due autobombe furono fatte esplodere dinanzi al Santiago Bernabeu. A rivendicare l’atto – che fortunatamente non causò alcuna vittima – fu l’ETA, l’organizzazione indipendentista Basca. 8 anni più tardi – nel 2010 – il terrorismo tornò a colpire il calcio. Bersaglio, la nazionale del Togo: era in corso la coppa d’Africa, il bus che trasportava la squadra venne assaltato: tre vittime tra cui l’assistente dell’allenatore.
Impossibile dimenticare altre due tragedie che hanno scosso il mondo dello sport: nel 2008 a Weliveriya era in corso una maratone per festeggiare il Capodanno Singalese, un esponente delle Tigri Tamil si fece esplodere tra i partecipanti causando 15 vittime – tra cui il ministro dei trasporti dello Sry Lanka – e oltre centro feriti. Bilancio ancora più tragico due anni più tardi, in Pakistan, quando un kamikaze si fece esplodere durante un partita di pallavolo: 105 vittime ed oltre 200 feriti.
L’ultimo – drammatico – ricordo è legato alla Maratona di Boston del 2013 quando due bombe esplosero nei pressi del traguardo causando 3 morti ed oltre 250 feriti. Sport e tragedie: due parole che in nessun caso dovrebbero essere accostate nella stessa frase, eppure la follia e la barbaria di azioni terribili di terrorismo, troppo spesso ci costringe a raccontare – e ricordare – storie diverse.