A seguito dell’umiliante 4-0 rifilato al Real Madrid di Benitez al Bernabeu, buona parte della stampa si sta chiedendo in questi giorni se questo Barcellona di Luis Enrique abbia ormai raggiunto, o addirittura superato, quello guidato da Pep Guardiola. Se Fabio Capello, invitato a rispondere da Stefano Borghi durante la telecronaca della partita, ha detto di vedere le due squadre ormai molto vicine, l’edizione odierna della Stampa parla di un Barcellona attuale addirittura più forte. Il ricordo dello 0-4 di sabato è ancora vivo negli occhi degli spettatori, mentre certe partite del Barca di Guardiola sono finite ormai nel dimenticatoio. Se, ad esempio, si prova a paragonare il Clàsico di sabato con quello di fine 2010, dove il Barca distrusse il Real al Camp Nou per 5-0, si possono trovare alcune chiavi di lettura interessanti.
Nonostante il discreto inizio di stagione, il Real di Benitez è arrivato al Clàsico di sabato con già 3 punti di distacco dai catalani, e un mucchio di critiche sul gioco piovute dalla stampa madrilena. Al contrario, e pochi sembrano ricordarlo, il Real di Mourinho arrivò al Clàsico nel 2010 con 1 punto di vantaggio dopo 10 vittorie e 2 pareggi maturati in 12 partite, e con il miglior inizio di sempre per un nuovo allenatore al Madrid. Un altro punto da tenere in considerazione è il momento storico in cui sono maturati i due incontri: quasi in sordina quest’ultimo, con i fatti di Parigi ancora negli occhi di tutta Europa; mentre quello di novembre 2010 apparve come la grande rivincita dopo la semifinale di Champions dell’anno precedente, dove Mourinho e l’Inter sconfissero nel doppio confronto la squadra di Guardiola. Un terzo punto va rintracciato nella reazione dei media ai due match: lo 0-4 di sabato è sembrato un trionfo quasi ‘inevitabile’, troppo forte il Barcellona e troppo debole, mentalmente e tecnicamente, il Real di Benitez. Il 5-0 del 2010 arrivò come una mazzata, e la stampa di tutto il mondo sprecò interi vocabolari per descrivere quello che era successo in campo. Sandro Modeo nel libro dedicato al Barca analizza con grande precisione cosa fu quella partita, probabilmente una delle più incredibili prestazioni di una singola squadra nella storia del calcio moderno. Il Real quadrato, solido, fisicamente al top, contro un Barcellona non umano, una squadra ‘liquida’, che avrebbe inflitto quel tipo di sconfitta a qualunque altra compagine al mondo. Quell’anno di Guardiola, che vinse la Champions e il Campionato con 96 punti, fu il raggiungimento della perfezione, e Luis Enrique ne ha ancora di strada da fare per raggiungere quel livello. Perché il Real affrontato sabato, pur devastante nella rosa, è infinitamente meno compatto e forte del primo Real di Mourinho, e lo scorso anno ha vinto la Champions senza trovare avversari davvero all’altezza. Questo Barcellona resta comunque una squadra straordinaria, che ormai è pronta per competere con la storia. Per la Roma, che dovrà affrontarla in Champions, questa partita non poteva arrivare in un momento peggiore.