La sfida di ieri sera al San Paolo tra Napoli e Inter ha messo di fronte oltre che le prime due squadre della nostra Serie A, anche le due difese meno battute: Handanovic e Reina – protetti da reparti difensivi sempre più solidi – hanno subito fino ad ora soltanto 9 gol confermando quel vecchio – ma nemmeno poi tanto – modo di dire secondo cui nel nostro calcio vince chi difende meglio.
La filosofia del catenaccio – tipica italiana – continua ad essere la stessa ma adesso se la coppia Albiol-Koulibaly, a Napoli, ha finalmente imparato a muoversi con tempismo e se Miranda e Murillo hanno un affiatamento quasi scientifico è anche grazie alle nuove tecnologie che stanno invadendo il mondo del calcio. Oggi infatti sempre più club hanno imparato a servirsi di droni, aeromobili che filmano le esercitazioni tattiche, i movimenti di attacco e quelli di difesa e le trasmettono alla cabina di regia, dove il materiale viene riportato su un computer e analizzato. In questo modo vengono individuati e limitati gli errori tecnici e di reparto: volo radente, a 15-20 metri dal terreno di gioco, con la possibilità di soffermarsi a turno su un solo giocatore o sull’intera linea difensiva.
Maurizio Sarri e Roberto Mancini sono tra quelli che oggi, non riescono a fare a meno del supporto dell’aeromobile e i risultati sono sorprendenti se si considera che al termine della scorsa stagione i gol subiti rispettivamente da Napoli e Inter erano stati 54 e 48.
Il tecnico azzurro aveva preteso il supporto tecnologico sin dal primo giorno di ritiro a Dimaro e nella settimana tipo del Napoli c’è un giorno specificamente dedicato, in cui difensori sono chiamati ad una full immersion tattica sulla base dei risultati ottenuti dalle analisi. E – più o meno – lo stesso aveva fatto Roberto Mancini: anche nei cieli di Brunico i droni avevano spiccato il volo già a partire da metà luglio e alla Pinetina – per semplificare il lavoro – alcune telecamere sono state piazzate sugli alberi circostanti.
Un cambio di paradigma che mostra come le nuove tecnologie se correttamente sfruttate e indirizzate possono produrre effetti sorprendenti anche nel mondo del calcio: innovare con un occhio però sempre al passato perché nel nostro campionato vince comunque chi ne prende meno. Sarri e Mancini – a modo loro – lo hanno capito benissimo.