Questa è una tipica storia romana, anzi romanista. Gli allenatori, si sa, passano così come i calciatori, ma la società e soprattutto i tifosi, restano. Siamo sicuri che tutte le responsabilità per l’avvio di stagione della Roma siano da attribuire a Rudi Garcia o James Pallotta?
È giusto anche porre l’attenzione sul cosiddetto “ambiente romano“: radio, tifosi, opinionisti, giornali sembrano molte volte condizionare il rendimento della squadra storicamente altalenante e spesso deludente: sono sempre pronti a criticare,minacciare,distruggere tutto e tutti in primis gli allenatori: da Ranieri a Spalletti, da Luis Enrique a Zeman, la proprietà americana, ha investito tanto e male negli allenatori e non solo, con risultati del tutto scadenti.
Certo le responsabilità si dividono sempre: anche Sabatini e Baldissoni hanno fatto molti errori di valutazione sul mercato, Pallotta spesso assente, si è dimostrato più un proprietario che un presidente, i tifosi spesso spesso “schizzofrenici” (alternando momenti di euforia a moneti di depressione), sembrano sempre abbandonare la squadra nel momento di difficoltà.
Certo le misure restrittive di ingresso allo Stadio proposte dal prefetto Gabrielli non aiutano la situazione in casa Roma e Lazio: la divisione delle curve ha infatti provocato un una diminuzione sostanziale degli spettatori durante le partite casalinghe delle squadre di Roma, gli eccessivi ed inopportuni controlli scrupolosi di sicurezza hanno ingigantito la questione.
Ci si chiede dunque come mai, nonostante i vari e repentini cambi di guida tecnica, la squadra giallorossa non abbia quasi mai ottenuto i risultati sportivi sperati a fine stagione. Non si può negare che la nuova società americana abbia investito milioni e milioni di euro per costruire una squadra di vertice, ma la scarsa personalità dei calciatori e soprattutto un ambiente ostile alle prime difficoltà, sembrano caratterizzare la storia di una squadra che fatica a diventare definitivamente grande.
Roma: quale futuro per la panchina di Garcia
La favola americana avrà un lieto fine? Adesso Garcia rischia e anche un eventuale sconfitta a Torino domenica potrebbe comportare il suo esonero. La Roma potrebbe essere costretta a cominciare di nuovo scegliendo un traghettatore di grande esperienza (Lippi è il primo nome in lizza) oppure puntare su uomo interno prima di scegliere un allenatore dalla grande personalità come Conte o Ancelotti o Spalletti.
Alla Roma negli ultimi anni è sempre mancato il famigerato “salto di qualità”: la squadra si smarrisce spesso nelle partite decisive come se sentisse una pressione esterna e finisce per trasformarsi mostrandosi senz’anima e intimorita.
Certo non si vuole accollare tutta la responsabilità di tutti fallimenti giallorossi ai tifosi ma è giusto fare una riflessione in merito: è davvero l’ambiente romanista a condizionare i risultati della squadra?