Espanyol, la Maravillosa Minoria ferma il Barca
Maravillosa Minoria: due parole semplici che spiegano e riassumono l’orgoglio di un’intera tifoseria quella dell’Espanyol, l’altra parte del cielo di Barcellona, che ieri nel primo sabato della Liga 2016 ferma sullo 0-0 il Super Barca del tridente delle meraviglie. Una partita che riassume una storia: sofferenza, coraggio, perseveranza, sagacia, pazienza ma anche un sano attaccamento alle proprie origini perché è dannatamente romantico tifare la minoranza bianco-blu in Catalogna ma è sicuramente un’impresa per cuori impavidi.
Espanyol- Barcelona: le origini della rivalità
L’ origine della rivalità sportiva, come tradizione vuole, supera le ragioni del rettangolo di gioco è trova la sua radice storica nella società, nella cultura e nella politica. Il club blaugrana è stato fondato da un banchiere svizzero, Hans Gamper che da subito decise di farsi promotore dell’indipendenza catalana. Non a caso, nello stemma del Barca vi è la croce di Sant Jordi e trovano spazi i vessilli della bandiera della Catalogna. L’Espanyol, invece, è fondato nel 1900, un anno dopo, dalla volontà e dall’impegno di tre studenti universitari catalani. I bianco-blu, però, da sempre hanno rimarcato il loro desiderio di appartenenza alla Spagna unita senza mai dimenticare, le tradizioni della loro splendida regione. Come premio per la fedeltà alla corona, il 25 Aprile del 1912, il Re Alfonso XIII concesse all’Espanyol di fregiarsi del titolo di “Real” e dell’utilizzo della corona monarchica nel logo societario. Così nel tempo e nella storia i blaugrana anche grazie ai loro incredibili campioni e alle loro numerose vittorie si sono fatti megafono per l’indipendenza, memorabile l’affermazione di Crujf che definì la squadra l’esercito disarmato della Catalogna, mentre i cugini non hanno mai cavalcato la tematica politica, sia per l’eterogeneità di pensieri sull’argomento sia per la diversa provenienza geografica della tifoseria (Castiglia o Andalusia).
Espanyol- Barca: il Tamudazo
L’orgoglio periquitos trova il suo apice nel famoso e celeberrimo tamudazo. Raul Tamudo, attaccante iberico classe 77, ancora oggi rappresenta una delle leggende del club anche grazie alla rete nell’ultima giornata della stagione 2006/07. Il Real Madrid di Capello e Van Nisterlooy regola grazie al bomber olandese l’ostico Saragazza, mentre al Camp Nou è in scena il derby. Messi con un gol irregolare porta avanti il Barca che vede il titolo vicinissimo, quando Tamudo al quarantaquattresimo minuto del secondo tempo fredda, con un diagonale chirurgico e millimetrico, l’incolpevole Victor Valdes in uscita consegnando il titolo ai blancos. La vendetta perfetta in salsa catalana.
La 163 esima stracittadina, invece, è andata in scena ieri, (sabato 2 gennaio), nello Stadio Cornella-El Prat ( che ha sostituito il mitico Sarrià, quello dove gioco l’Italia nel 82), ed è stata una partita sicuramente poco spettacolare dal punto di vista del gioco, dove al prevedibile e logico atteggiamento difensivo dell’Espanyol non ha risposto con altrettanta spettacolarità e velocità il Barca. Per dovere di cronaca è comunque doveroso ricordare i due legni firmati Messi e Suarez ( per gli uomini di Luis Enrique sono 18 campionato) Ancora una volta da Madrid ringraziano, mentre il clima a Barcellona è già rovente per il derby della settimana prossima, quello di Coppa del Re. Més que un club vs La força d’un sentiment, due slogan, due stili di vita, due modi di tifare e vivere il calcio e forse la vita, anche questo è il derby di Barcellona.