“Il primo amore non si scorda mai”: i grandi ritorni nel calcio italiano
“Nostalgia canaglia”, “il primo amore non si scorda mai” o “certi amori non finiscono” si possono usare tutte le citazione che si vogliono ma la cosa certa è che lo sport, e in modo particolare il calcio, vive di sentimenti ed emozioni che ci si porta dentro per sempre. Questo vale sia per il tifoso sia per il calciatore. Rivedere il proprio idolo con la stessa maglia rappresenta quella magia che nessuna persona al mondo che sia mai stata innamorata potrà mai capire. È come rivivere la magia del primo appuntamento con la propria ragazza, che poi è diventata moglie e madre dei tuoi figli. È come quando sei con i tuoi amici, quelli veri, e ripensi a tutte le cazzate fatte da adolescenti. Tutto passa davanti ai tuoi occhi in un attimo. Il tempo sembra fermarsi e la gioia prende il sopravvento. La voglia di andare allo stadio con addosso la maglia del tuo idolo divampa dentro. Sei nuovamente pronto ad emozionarti, a piangere e a gioire per la tua squadra. Ebbene sì anche questo è il calcio.
Alcuni ritorni storici nel calcio italiano. Probabilmente non tutti i ritorni che andremo a elencare avranno avuto un riscontro positivo in termini di numeri, ma sicuramente avranno fatto piangere più di qulcuno, quindi tenetevi forte e magari un fazzoletto a portata di mano non guasta.
- Ernesto Chevantón al Lecce – lo ammetto questo ritorno è il primo della lista perchè è stato vissuto in maniera emozionante dal sottoscritto, oltre che da tutti i tifosi del Lecce. Dopo 3 stagione nel Salento, nel 2004, Chevantón lascia i giallorossi per accasarsi tra le file del Monaco (Francia). Ma, l’amore per il Lecce non muore mai e nal 2010 fa ritorno in Salento per poi ripartire e ritornare ancora un’altra volta nel 2012. Lascerà il calcio giocato all’età di 35 anni dichiarando tramite il suo profilo Twitter “Grazie al Lecce, la squadra che mi ha fatto innamorare dei suoi colori, della sua gente e della sua città. E’ il club dove avrei voluto chiudere la mia carriera”. Grazie a te Cheva!
- Andriy Shevchenko al Milan – ha praticamente vinto tutto con la maglia rossonera, compreso il pallone d’oro. Idolo indiscusso tra i milanisti che ancora oggi inneggiano e ricordano le sue grandi gesta. Lasciò il Milan per approdare alla corte di Mourinho al Chelsea. Dopo soli due anni, forse i peggiori della sua carriera, si riaprirono i cancelli di Milanello. Non lasciò il segno come un tempo ma fu pur sempre un gradito ritorno.
- Antonio Cassano alla Sampdoria – il campione di Bari vecchia arriva a Genova dopo la deludente esperienza madrilena, file Real. Era il 2007 è tutti ormai consideravano Fantantonio come un talento sprecato che non aveva più nulla da dare. Contrariamente a tutti i propositi in 3 anni e mezzo, con le sue 41 reti, i suoi innumerevoli assist e le sue magnifiche giocate, portò i blucerchiati fino alla qualificazione per la Champions League. Dopo un forte litigio con l’allora presidente Garrone fu allontanato da Genova per poi farvi ritorno lo scorso agosto sigillando un amore mai tramontato.
- Kakà al Milan – Colpo di fulmine! Appena sbarcato a Milano viene accolto come solo ad un grande amore si riserva tale accoglienza. Ripaga pienamente questo amore che lo terrà legato alla maglia rossonera per sempre. Il suo approdo al Real Madrid avviene tra le lacrime, ma non di gioia per essere in uno dei migliori club al mondo, ma di tristezza per aver lasciato la maglia che lo ha reso grande, per aver lasciato i tifosi che lo hanno amato follemente. Dopo poche stagione ritorna a casa regalando per qualche anno i suoi numeri ai tifosi indossando la sua numero 22.
- Hernan Crespo al Parma – 80 gol in 4 anni. Una media pazzesca quella di Crespo nel Parma negli anni che vanno dal 1996 al 2000. Lascia un segno indelebile tra le file dei crociati. Ritornerà nel 2010 dopo aver girovagato tra diverse squadre italiane e straniere. Nonostante l’età tra il 2010 e il 2012 farà di tutto, a suon di gol, per salvare il Parma. Si arrenderà nel 2012 a 35 primavere dando vita, sempre nel Parma, alla sua carriera da allenatore.
- Paolo Di Canio alla Lazio – prima di tutto tifoso, poi calciatore. Fin dalla nascità si innamora della Lazio. Cresce calcisticamente nelle giovanili dei biancocelesti e dopo qualche esperienza formativa in altre squadre arriva nella sua amata Lazio. Segna poco ma quanto basta per diventare l’idolo dei tifosi segando un gol nel derby contro i nemici storici della Roma. Va ad esultare sotto la curva. La curva che lui stesso ha frequentato, la curva che più di tutte ama. Successivamente verrà ceduto rima in Italia e poi all’estero. Nel 2004 fa ritorno tra le file laziali con Lotito presidente. Tra i due non sarà mai amore ed anche per questo che il suo ritorno durerà poco. Terminerà la carriera nella Cisco Roma.
- Massimo Maccarone e Francesco Tavano – qui i giocatori sono due. Entrambi hanno vestito la maglia dell’Empoli lasciando degli ottimi ricordi tra i tifosi. Il primo ritornerà nel 2012, dopo ben 10 anni. Nonostante l’età non ha mai perso il fiuto per il gol e lo sta dimostrando anche quest’anno portando l’Empoli verso una salvezza anticipata. Il secondo, invece, ha indossato la maglia empolese prima dal 2001 al 2006 per poi farvi ritorno nel 2011 lasciando nuovamente la Toscana nel 2015 per trasferirsi in Campania tra le file dell’Avellino.