Il 2016 si apre nel peggiore dei modi per Rafael Nadal, sconfitto, per la prima volta nella sua carriera, al primo turno degli Open d’Australia. A batterlo è stato Fernando Verdasco, al termine di un match fiume durato 4 ore e 41 minuti, finito con il punteggio di 7-6 4-6 3 -6 7-6 6-2. Verdasco vendica così la sconfitta in semifinale del 2009, quando Nadal vinse 7-5 al quinto set dopo oltre 5 ore di gioco. Che Rafa non sia più il giocatore di un tempo è cosa nota, ma la durezza di sconfitte come queste rischiano di accelerare un processo di logoramento già avanzato, che alla soglia dei 30 anni si deve necessariamente accompagnare ad una presa di coscienza dei propri limiti. Il più forte giocatore di sempre sulla terra battuta non ha più la stessa fame e voglia di vincere di un tempo, minata anche dagli infortuni e da una tenuta fisica ormai precaria, sollecitata da anni di tennis portato alle estreme conseguenze. Se escludiamo la partita persa con Djokovic all’ultima edizione del Roland Garros, Nadal ha sempre preso la sconfitta, negli ultimi due anni circa, come qualcosa di inevitabile e implacabile. Ultimamente, non è mai riuscito ad avere la meglio di un avversario che ha espresso un tennis migliore. La sconfitta con Verdasco rappresenta un ulteriore tassello di questo puzzle, forse uno dei più distruttivi. Nadal sa, come Federer, che se Djokovic non dovesse abbassare il suo livello di gioco, a meno di cataclismi non ci potrebbe mai essere lo spazio per rivincere uno Slam. Federer ha saputo rinnovarsi e cambiare il modo di giocare, aiutato da una grande umiltà e dalla profonda leggerezza e facilità di gioco, ma questo, sino ad ora, non ha portato ad alcun risultato. La bacheca degli Slam continua ad essere vuota dal 2012. Difficilmente Nadal sarà in grado di snaturare il proprio tennis, di inventarsi giocatore di volo o di modificare certi atteggiamenti in campo. L’appuntamento a Parigi in primavera ci darà forse l’ultimo responso: se le cose non cambieranno, per Nadal potrebbe essere davvero arrivato il momento di dire addio al tennis.