L’obiettivo dell’Inter di Roberto Mancini è quello di entrare in Champions. Lo chiedono le casse del club, prima ancora che i tifosi. La squadra, appena uscita dal momento più difficile della propria stagione, vede legate le proprie sorti a chi in classifica la precede: la Roma, appena affrontata, su tutte. Dall’incertezza dell’esito del campionato, spunta l’idea del Ceo nerazzurro Michael Bolingbroke.
La esposta durante una intervista alla BBC: una wild card che permetta alle big d’Europa di entrare in Champions, nonostante i risultati scarsi del campo di gioco. Bolingbroke spiega: “La distribuzione del reddito tv qui si basa sulle prestazioni, non solo nel corso dell’ultimo anno, ma degli ultimi cinque e degli ultimi 50. C’è un sistema meritocratico. Ci sono club che non hanno partecipato alle competizioni di cui hanno bisogno. Molti di questi club hanno un enorme fan base, che traina la Uefa e le entrate”.
Guardando in casa propria: “L’Inter è costruita su un patrimonio straordinario. Siamo probabilmente una delle migliori dieci squadre di calcio in tutto il mondo dal punto di vista del marchio. Mi piacerebbe vedere l’Inter in una posizione di classifica di Deloitte (una classifica di squadre di calcio ordinata in base alle entrate delle operazioni finanziarie dei club, ndr) che riflette la sua posizione nella graduatoria del brand. Ciò significherebbe che siamo ritornati in Champions League, che stiamo riempiendo un San Siro rinnovato, e che stiamo coinvolgendo il pubblico di tutto il mondo”.
Bolingbroke osserva: “Quando abbiamo trasmesso le partite alle 20.45, nel cuore della notte in Asia, abbiamo perso il 75% della fan base. Decisioni del genere devono essere discusse in Lega. La gente vuole vedere le partite in diretta. Questa è l’emozione del calcio”.
Il modello da seguire, anche secondo il ceo nerazzurro, resta la Premier League. Lì, un’attenta programmazione ha prodotto i risultati sperati. Tra i problemi della nostra Serie A, c’è sempre il capitolo stadi: “Nel Regno Unito, la maggior parte degli stadi sono di proprietà dei club, quindi se il proprietario vuole investire nell’impianto, può farlo. In Italia è un po’ diverso. La maggior parte degli stadi sono di proprietà di enti locali, quindi hanno bisogno di vedere il piano business per operare una ristrutturazione”.
“L’economia italiana ha attraversato momenti difficili negli ultimi anni, così il denaro è stato destinato in altri settori. Ma è risaputo che siano necessari degli investimenti. Come Lega dobbiamo dare la priorità a questo tema”, è questa la chiosa di Bolingbroke.