La tragica morte del giovane corridore Antoine Demoitié, alla Gand-Wevelgem, ha lasciato tutti sgomenti. Il venticinquenne ciclista belga della Wanty-Gobert è solo l’ultimo di una lunga serie di corridori morti durante le gare di ciclismo. Ma la sua vicenda, come altre, accende il dibattito e pone sotto l’occhio della critica l’Uci: i media belgi, Le Soir su tutti, invocano maggiori controlli per garantire la sicurezza dei corridori.
La testata belga, rievoca alla mente gli altri incidenti che hanno preceduto quello di Demoitié. L’ultimo, quello dello scorso febbraio, che ha visto coinvolto un altro ciclista belga, Stig Broeckx, anch’egli investito da una moto durante la Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Broeckx, riportò numerose fratture, Demoitié c’ha invece rimesso la vita ed il sogno di diventare un corridore di successo.
Gianni Bugno, presidente dell’Associazione internazionale ciclisti professionisti (Cpa), ha così espresso il suo cordoglio in una nota ufficiale: “In questo momento di tristezza e dolore per la morte di Antoine non vogliamo fare polemiche ma è tanta la frustrazione che abbiamo dentro. Tutti i corridori chiedono che sia immediatamente fatta luce sulla dinamica dell’incidente, sulle circostanze che lo hanno provocato nonché sulle eventuali responsabilità delle parti coinvolte”.