Il Milan potrebbe presto cambiare proprietario, passando da Silvio Berlusconi a Jack Ma, miliardario cinese fondatore di Alibaba (l’Amazon d’Oriente per intenderci,ndr). Da almeno due anni si parla di un clamoroso cambiamento ai vertici del club rossonero, dopo un trentennio di vittorie ma anche di periodi piuttosto infelici, come le ultime stagioni.
Berlusconi sarebbe intenzionato a cedere la maggioranza del Milan a Ma, appoggiato dal governo cinese che ultimamente vuole puntare forte sul calcio. A differenza poi del celebre Bee Taechaubol (simpaticamente ribattezzato Mr. Bee,ndr), ovvero quel broker thailandese portavoce di una presunta cordata di tycoon poi sparita nel nulla, il fondatore del colosso dell’e-commerce asiatico avrebbe le idee più chiare. Almeno così pare, secondo le tante indiscrezioni che circolano negli ultimi giorni.
Sembrerebbe infatti che l’offerta cinese si aggiri attorno ai 600 milioni di Euro per il 100% del club, cifra che permetterebbe ai rossoneri di tornare grandi con una sontuosa campagna acquisti e, soprattutto, di affermare il marchio sul ricco mercato asiatico. Tuttavia, come riportato quest’oggi da Il Messaggero, gli uomini Fininvest avrebbero detto di no alla trattativa con Ma e ci sarebbe di più: sempre secondo il quotidiano della Capitale, Berlusconi avrebbe cambiato idea nelle ultime ore, pretendendo la maggioranza del Milan e lasciando ad eventuali investitori non più del 49%. Insomma, attorno a questa probabile cessione, di cui si è iniziato a parlare dai primi viaggi di Barbara Berlusconi tra Stati Uniti ed Emirati Arabi, passando agli avvistamenti milanesi di diversi tycoon asiatici, regna il caos, lo stesso che vive la squadra dopo l’esonero di Sinisa Mihajlovic. I tifosi più attempati ricordano con un pizzico di malizia che nell’imminenza di importanti consultazioni elettorali, c’è (quasi) sempre stato grande fermento attorno al Milan. Così come è stato il rifiuto di Berlusconi alle insistenti offerte per Ricardo Kakà, pochi mesi prima dalle importanti elezioni europee del 2009, anche la possibile cessione del Diavolo ai cinesi potrebbe essere interpretata come una mossa elettorale. L’eventuale rifiuto dell’ex Cavaliere alle avances cinesi potrebbe infatti portare benefici al suo partito (Forza Italia,ndr), soprattutto tra i tifosi rossoneri delle principali città italiane (Milano e Roma in primis,ndr) che a giugno andranno al voto per eleggere il sindaco.