Alaphilippe come Voeckler. Continua la maledizione Tour per i francesi
In questo Tour de France ha brillato fra tutte la stella di Julian Alaphilippe. Il corridore di casa sta vivendo un 2019 da sogno, che lo ha portato a vincere – tra le altre – la Strade Bianche, la Milano-Sanremo e la Freccia Vallone.
A questa Grand Boucle si presentava con l’intento di riconquistare la maglia a pois di miglior scalatore. Ma pian piano, con il passare dei giorni i piani sono cambiati. Il corridore della Deceuninck Quick-Step ha brillato per condizione e, una volta conquistata la maglia gialla, l’ha lasciata solamente per due giorni al nostro Giulio Ciccone, salvo poi riprenderla e portarla con sé fino alle Alpi.
Pur non essendo uno scalatore puro, Alaphilippe è riuscito a limitare i danni nelle tappe dei Pirenei, restando in testa alla classifica fino alle frazioni alpine, dove non è riuscito a tenere la maglia, né a restare sul podio. Ma non è stata assolutamente una debacle, non avendo preso una scoppola come molti si aspettavano. E questa è un’altra vittoria. Due settimane passate in giallo, nessuno alla vigilia di questo Tour avrebbe scommesso un euro su di lui a questi livelli, ma per i francesi è stato un altro duro colpo.
Questo perché l’ultimo transalpino a vincere la corsa di casa fu Bernard Hinault nel 1985: da quel momento in poi nessun altro. E la mente corre indietro di qualche anno, precisamente al 2011.
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Voeckler e Alaphilippe, francesi ad un passo dal sogno
In quell’anno, il padrone del Tour fu a lungo un outsider che ha fatto sognare i francesi: Thomas Voeckler. Noto per le sue fughe e le sue smorfie – altra caratteristica in comune con Alaphilippe – l’ormai ex ciclista conquistò il simbolo del primato proprio grazie ad una fuga andata in porto il 10 luglio nella quale chiuse secondo, strappando di fatto la Maglia Gialla al norvegese Thor Hushovd.
Da quel momento in poi, giorno dopo giorno, è rimasto in testa alla classifica generale pur non avendo le caratteristiche adatte per poter vincere un grande giro. In mezzo ai tanti favoriti, quella Grand Boucle stava riservando parecchie sorprese. Voeckler superò indenne i Pirenei, giungendo da “uomo nel mirino” sulle Alpi. Qui, il cedimento con la maglia persa sul Galibier e la discesa verso il quarto posto finale nella classifica generale.
Un déjà-vu del quale i francesi avrebbero fatto volentieri a meno. Con le Alpi ufficialmente diventate il punto di non ritorno per i transalpini che sognano il gradino del podio più alto in quel di Parigi.