Carabiniere ucciso a Roma: “Gabriel bullo coi deboli”, parlano gli amici
Poche ore fa si è tenuta la conferenza stampa sulle indagini per l’omicidio di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 da un giovane turista americano. il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Francesco Gargaro, il procuratore Michele Prestipino e il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia si sono sottoposti alle domande dei giornalisti, facendo chiarezza su alcuni punti della vicenda rimasti all’oscuro.
Francesco Gargaro, riferendosi alla diffusione della fotografia in cui Natale Hjorth è bendato e ammanettato, ha tenuto a precisare che gli interrogatori sono avvenuti nel rispetto della legge.
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Carabiniere ucciso a Roma: “Gabriel bullo coi deboli”, conferenza stampa
Durante la lunga conferenza stampa sarebbe infatti emerso che la vittima, vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, oltre a trovarsi in servizio in borghese, non aveva con sé la propria arma da fuoco. Anche se secondo la testimonianza del suo collega, rimasto ferito, non ci sarebbe stato comunque alcun modo di reagire. Così come ammesso da uno dei due indagati, dopo che i carabinieri si erano identificati i ragazzi si sono subito scagliati contro le due forze dell’ordine.
L’interrogatorio, tenutosi il giorno seguente l’omicidio del carabiniere, ha visto i due protagonisti di questa tragica vicenda accusarsi l’un l’altro, per poi contraddirsi confutando così l’ipotesi di legittima difesa. Secondo le parole di Gabriel Christian Natale Hjorth, Finnegan Lee Elder si sarebbe scagliato contro Cerciello Rega con un coltello che, all’insaputa dell’amico, aveva portato con sé dagli Stati Uniti. L’autopsia avrebbe rivelato solo in seguito che il carabiniere aveva ricevuto ben undici pugnalate, sferrate con violenza.
Carabiniere ucciso a Roma: “Gabriel bullo coi deboli”, chi sono i due ragazzi indagati
Gabriel Natale Hjorth, il giovane americano di origini italiane, sarebbe colpevole di aver aggredito con calci e pugni l’altro carabiniere, lo stesso che poche ore dopo la violenza subita è stato in grado di identificarli.
Lee Elder e Natale Hiorth vengono descritti dai loro compagni di scuola come dei bulli, ragazzi spesso violenti con i più deboli o con i bambini.