La scorsa domenica si è conclusa, nel sempre splendido scenario parigino, la 106a edizione del Tour de France. Sono state tre settimane molto intense, nelle quali vi è stato parecchio spettacolo in lungo e in largo. A detta di molti è stata l’edizione migliore della Grand Boucle degli ultimi anni; probabilmente è vero ma a noi oggi interessa concentrarci sui corridori singoli e andremo a stilare un piccolo resoconto di chi ha fatto meglio.
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Tour de France 2019: Bernal e Alaphilippe a pieni voti
BERNAL: il giovanissimo corridore colombiano è stato colui che ha indossato la maglia gialla sul podio dei Campi Elisi. Non è neanche una particolare sorpresa conoscendo già il suo valore, ma ciò che ha stupito è stato il modo in cui ha conquistato questo trionfo: coriaceo, intuitivo e performante quando era necessario mettersi in mostra per sferrare gli attacchi decisivi. Un solo giorno sotto tono che non lo ha comunque scalfito, sono bastati due scatti nelle ultimissime tappe alpine per stracciare la concorrenza e conquistare il primo ambitissimo successo in carriera. VOTO: 10 e lode.
ALAPHILIPPE: non ha vinto il Tour, è vero, ma ha indossato il simbolo del primato per due settimane, facendo sognare ed emozionare il pubblico, francese e non. Il transalpino non ha le caratteristiche adatte per conquistare un GT, ma dopo questo splendido Tour è lecito aspettarsi (e sperare) che in futuro possa migliorare ancora per riuscirci. La cronometro vinta è stata da manuale e solo le Alpi gli sono state fatali, ma si può solo ringraziare per aver acceso la corsa movimentando tutti i big. Si merita anche lui il giudizio più alto, nonostante il quinto posto finale. VOTO: 10 e lode.
EWAN: questo Tour de France ha probabilmente consacrato definitivamente il folletto di Sidney. Dopo i due successi ottenuti sulle strade del Giro lo scorso maggio, il velocista australiano ha disputato un Tour da sogno, ottenendo tre vittorie di tappa – fra cui quella di Parigi – e piazzandosi sempre nei primissimi posti nei percorsi a lui più consoni. VOTO: 10.
THOMAS: vincitore a sorpresa del 2018, il gallese partiva fin dall’inizio con i gradi di capitano complice l’assenza di Froome, ma consapevole della forte presenza nel suo team di Bernal. Si è visto un corridore in palla che, nonostante una forma non ai livelli massimi, è riuscito comunque a piazzarsi secondo in classifica generale. VOTO: 8.
KRUIJSWIJK e BUCHMANN: la strana coppia. Se il primo rientrava tra gli outsiders per la vittoria finale, il secondo è stato una piacevole sorpresa. Non hanno mai scattato, ma sono stati degli ottimi regolaristi per tutte e tre le settimane, chiudendo rispettivamente terzo e quarto in generale. VOTO: 8.
Finalmente Simon Yates, Valverde non ha tempo
SIMON YATES: reduce da un Giro d’Italia da dimenticare, l’inglese si presentava sulle strade francesi senza ambizioni di classifica, lasciando i gradi di capitano al gemello Adam. Risultato? Spesso in fuga, forma in crescendo e due successi di tappa, con il rimpianto del terzo che sarebbe potuto arrivare nella tappa sospesa per maltempo. VOTO: 7.5.
SAGAN: l’obiettivo era la settima maglia verde – per superare le sei conquistate da Zabel – ed è stato prontamente raggiunto. Lo slovacco entra nella storia del Tour de France e, nel frattempo, è riuscito anche a regalarsi una vittoria di tappa. VOTO: 7.5.
VALVERDE: Le primavere sono trentanove, ma la maglia iridata fa miracoli. Dopo una prima parte di stagione particolarmente sottotono, il campione del mondo disputa un Tour di tutto rispetto, arrivando spesso tra i primi nonostante il noto calo che subisce sopra i 2000 metri. Chiude nono in generale. VOTO: 7.
Menzioni positive: Groenewegen, Asgreen, Pinot, Viviani, De Plus, Nibali, Aru, De Gendt, Barguil, Bennett, Ciccone e Trentin.