Un’esperienza partita con grandi aspettative e conclusasi dopo aver raccolto diverse delusioni una dopo l’altra. Si potrebbe riassumere così l’avventura di Marco Fassone al Milan, avvenuta sotto la guida cinese capeggiata da Yonghong Lì. L’esperto dirigente ha parlato per la prima volta apertamente della sua esperienza rossonera e lo ha fatto negli studi televisivi di Sportitalia, ammettendo anche il rimpianto di non aver portato a compimento il progetto: “Quando inizi un lavoro e per un anno sei convinto di aver seminato e non puoi completarlo, ti rode. L’idea di cosa ci fosse dietro è semplice: il proprietario di allora ha sottovalutato l’idea di poter restituire il prestito entro diciotto mesi. Era convinto di avere un debito piccolo in confronto ai beni che possedeva e così ha dovuto passare la mano agli attuali proprietari“.
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Le parole di Fassone
Sulla scelta di Mirabelli come ds, Fassone ha dichiarato: “Era il primo collaboratore di Ausilio, l’ho conosciuto grazie a Piero e ci lavoravo assieme nell’Inter. Vedevo come operava e che alcuni acquisti di quella Inter, che sono ancora oggi punti importanti della squadra, erano state sue intuizioni. Cercavo un direttore che volesse scommettere con me e lui mi disse che era pronto a lasciare l’Inter quando ancora il closing non era completato“.
L’ammissione su Bonucci: “Fu un errore. Prima del suo acquisto ne avevamo già fatti altri otto/nove e nella strategia c’era l’intenzione di costruire una rosa per il 4-3-3 di Montella. I difensori centrali li avevamo già fatti, ci mancava la punta. Invece si scelse di ridurre la quota per l’attaccante e di destinare quei soldi ad un leader come Leo. Mirabelli aveva messo al primo posto della lista l’arrivo di una punta, un profilo top da affiancare ad Andre Silva. Ne avevamo molti vicini, tra cui Belotti“.
Infine un augurio al Milan per un pronto ritorno in Champions League, mentre per il proprio futuro, Fassone ha aperto anche a squadre non di prima fascia purché abbiano un progetto stimolante.