In casa Inter prosegue la fase di stallo completo sul mercato. Ad un mese esatto dalla chiusura della sessione estiva, i nerazzurri si ritrovano ancora senza attaccanti, con il solo Lautaro Martinez presente in rosa se andiamo ad escludere i partenti Longo e Puscas e il giovanissimo Esposito che, continuando di questo passo, rischia di ritagliarsi uno spazio ben più importante di quanto preventivato nelle gerarchie di Antonio Conte. Il tecnico leccese già due settimane fa era apparso insofferente riguardo a questi ritardi nella costruzione della rosa e anche oggi la questione non sembra affatto cambiata.
Intanto la dirigenza nerazzurra è ancora alle prese con la solita grana, quella riguardante il caso Icardi. E sta saltando sempre di più all’occhio quanto la gestione di questa situazione si stia rivelando sbagliata da parte del club.
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Perché è sbagliata la gestione del caso Icardi?
Partiamo da un presupposto: Icardi con l’Inter ha un contratto che scadrà nel 2021, dunque fra poco meno di due anni e su questo vi era una clausola rescissoria del valore di 110 milioni di euro valida per un certo periodo e solo per l’estero. Quella cifra rappresentava anche la valutazione del giocatore fatta dal club. Successivamente, il prezzo del cartellino è ovviamente andato pian piano ad abbassarsi e, secondo alcune stime, ora si aggirerebbe sui 60/70 milioni.
Ma queste sono appunto soltanto delle stime, da prendere con le pinze, ma appare lampante avere difficoltà nel vedersi recapitare un’offerta simile da parte di qualsiasi club. L’Inter, soprattutto, di milioni per il suo ex capitano ne chiederebbe 75.
Ad oggi si registrano soltanto gli interessamenti di Roma e Napoli, con la Juventus che starebbe chiudendo per Lukaku, soffiandolo di fatto proprio ai nerazzurri.
La messa sempre più ai margini di Icardi non potrà mai far si che vi sia un esatto rapporto fra domanda e offerta. Non a caso si parla solo di ipotetici scambi – con l’aggiunta di un conguaglio – o con Dzeko o con Milik. Anche l’averlo escluso da ogni preparazione e tournée ha fatto calare ulteriormente il valore dell’argentino; questo al contrario di quanto fatto dalla Roma con Dzeko, con il bosniaco che partecipa anche a tutte le amichevoli pur essendo da tempo in uscita dalla Capitale.
In caso di permanenza verrà reintegrato?
Come riportato da La Gazzetta dello Sport nell’edizione odierna, è avvenuto un altro incontro tra Icardi è la società, con quest’ultima che ha ribadito al suo tesserato che non giocherà mai più un minuto con la maglia dell’Inter e consigliandolo inoltre di valutare le offerte di Roma e Napoli.
La reazione della controparte non è stata delle ovviamente delle migliori, con la moglie-agente Wanda Nara che avrebbe minacciato azioni legali nei confronti della società nerazzurra per mobbing.
In caso di permanenza, l’Inter si ritroverebbe con un Icardi che probabilmente nemmeno avrebbe il permesso di allenarsi coi compagni. Ma ciò che è saltato all’occhio a pochi in tutta questa vicenda, son state le dichiarazioni di Conte ogni qualvolta gli si chiedesse sia di Icardi che di Nainggolan. Il tecnico ha infatti sempre specificato che la decisione della doppia esclusione sia arrivata dalla dirigenza, quasi a volersi “discolpare” in qualche modo di quanto accaduto.
Dunque, se Icardi fosse vestito di nerazzurro anche il prossimo 2 settembre alle ore 23:01, ci saranno poi altri quattro mesi nei quali poter capire a fondo tutta la situazione e se questa possa sbloccarsi in favore di un reintegro portato a termine dall’allenatore, soprattutto nel caso in cui le sue richieste di mercato non dovessero venir soddisfatte appieno.