Anelka sulla Juve: “Rispetto la squadra. Peggiore esperienza in carriera”

Anelka sulla Juve: “Rispetto la squadra. Peggiore esperienza in carriera”

È stato un ottimo attaccante Nicolas Anelka, ora quarantenne e dirigente degli olandesi del Roda JC. L’ex giocatore in carriera ha militato per tanti squadroni di tutto il mondo, segnando in totale oltre duecento reti e vincendo numerosi titoli.

Paris Saint Germain, Real Madrid, Manchester City, Liverpool, Fenerbahce e Chelsea sono solo alcune delle squadre nelle quale il classe ’79 ha militato nella sua lunga e fruttuosa esperienza da calciatore professioniste. A queste se ne aggiunge un’altra ancora, seppur per poco tempo. Stiamo parlando della Juventus, dove Anelka militò da gennaio a giugno 2013 raccogliendo solamente tre presenze in totale, due in campionato e una in Champions League, riuscendo a vincere lo scudetto a fine stagione.

Di quest’avventura il centravanti transalpino ne ha parlato ai microfoni di TuttoJuve.com, che lo ha intervistato in esclusiva.

LEGGI ANCHE: Mazzarri: “Siamo pronti per affrontare i Wolves. Sono fiducioso”

Le parole di Anelka

Queste le sue parole in merito ai sei mesi trascorsi con i colori bianconeri indosso:Ho mantenuto un ottimo rapporto con la Juve: super giocatori che sono diventati amici, tifosi magici e tutti sono sempre stati cordiali e disponibili con me nel club. A livello di campo non è una esperienza che rimarrà impressa nella mia memoria, ma impari sempre sia nel bene che nel male. Avevo deciso di accettare la Juve perché è un grande club, con una buona storia e anche perché era al primo posto in Italia. Purtroppo, questa rimarrà la mia peggiore esperienza poiché ho giocato solo 45 minuti e non ho mai potuto indossare questa maglia allo Juventus Stadium davanti ai tifosi. Sinceramente, quando qualcuno mi parla della Juventus cerco di cambiare subito argomento: mi vergogno del trasferimento! Ho giocato e segnato in tutte le squadre in cui ho giocato tranne che a Torino. Quindi senza mancare di rispetto a questa grande squadra, non si può affermare che ero un loro giocatore proprio per come è andata quella esperienza“.