Non è un mistero che Maurizio Sarri sia una persona forte e determinata, uomo di calcio a tutto tondo, un leader carismatico che di conseguenza si pone al centro di un progetto. È successo ad Empoli, poi a Napoli e anche a Londra: ora il mister toscano sta cercando di ripetere la scena anche alla Juventus, ma con scarsi risultati al momento.
Parlando di determinazione e carisma, la dirigenza bianconera ne ha da vendere e non mancano mai di dimostrarlo. Soffermandoci però prettamente sul mercato, a Sarri non è andata giù la gestione che la sua società ha avuto in merito durante l’ultima convulsa sessione estiva. Come sempre le operazioni in entrata sono state vicine alle perfezione per tempi e modi, ma in uscita i campioni d’Italia hanno fatto non poca fatica a muoversi, arrivando al termine del mercato con una rosa che presenta ancora diversi esuberi.
Questo fatto non sarebbe andato giù al tecnico, arrivato a discutere animatamente con il direttore Fabio Paratici nelle scorse ore a seguito del caos scatenato da Emre Can, uno di quelli che il mister bianconero avrebbe voluto cedere. Lui, Mandzukic e probabilmente anche qualche altro profilo non avrebbero dovuto far parte della rosa di Sarri, ma ognuno di loro – per un motivo o per l’altro – resterà in squadra almeno fino all’apertura del mercato di gennaio.
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Sarri-Juventus, prima frattura?
Non ci sono (almeno per il momento) problemi di campo. Nelle prime due uscite stagionali, la Vecchia Signora ha ottenuto il bottino pieno e va bene così, a prescindere dalle prestazioni. Ma fuori dal rettangolo di gioco, le tensioni fra allenatore e società, come detto, starebbero già emergendo fortemente.
La prima cosa da capire è come verrà gestito il caso Can. Il centrocampista tedesco poche ore dopo lo sfogo avuto causa esclusione dalla lista Champions ha subito fatto arrivare le sue scuse, ma il danno potrebbe non essere stato riparato così facilmente.
Forse quello che non coincide è la centralità. Sarri come precedentemente scritto vuole essere il protagonista, in senso buono, dentro e fuori dal campo, come avvenuto a Napoli dove erano frequenti le liti e le contrapposizioni con De Laurentiis – altro protagonista – mentre a Torino sono tutti i dirigenti a stare al centro della piazza.
Questi primi scricchiolii basterebbero per creare una prima frattura tra le parti? Probabilmente si, ma bisogna sempre precisare che questo è un rapporto cominciato soltanto poche settimane fa e dunque all’alba. È lecito aspettarsi che, prima di poter trarre delle conclusioni certe, le parti trovino degli accordi per non pestarsi i piedi l’una con l’altra. Resta infine da capire chi sarebbe disposto a fare un piccolo passo indietro: difficile pronosticarlo, ma sicuramente qualche sorpresa in merito verrà riservata.